Il primo dicembre 1988, a seguito di un tragico incidente con la sua Fiat Croma mentre tornava a Morozzo da Torino, moriva a soli 65 anni Aldo Viglione, il primo presidente cuneese della Regione Piemonte.
Nato l’11 settembre 1923 nella “terra dei capponi”, proprio nel giorno del suo ventesimo compleanno fece una scelta di vita che lo avrebbe segnato profondamente: era stata resa nota via radio da appena tre giorni la notizia dell’armistizio e Aldo decide di abbandonare gli studi in legge per combattere per la liberazione.
Raggiunse i partigiani in valle Pesio, entrò a far parte di “Giustizia e Libertà” con il nome di battaglia “Aldino”, legandosi a Duccio Galimberti e Ignazio Vian, e iniziò la sua Resistenza, prima come membro della brigata “Valle Grana”, poi come commissario della brigata “Val Pesio”, ruolo delicato che i partigiani gli assegnarono vedendo in lui l’uomo di grandi valori che avrebbe poi dimostrato di essere.
Due giorni dopo questa importante nomina, il 17 dicembre 1944, venne arrestato e costretto a una dura prigionia nei Forti di Nava, ma dopo dieci giorni riuscì a evadere tornando alla testa della sua squadra.
Terminato il conflitto, non abbandonò mai lo spirito di “Aldino” il partigiano: divenne avvocato, ma gli anni della guerra gli avevano fatto intuire che quella della politica sarebbe stata la sua strada.
Fu prima consigliere comunale a Boves, quindi consigliere provinciale per il Partito socialista, per poi essere eletto consigliere regionale nel 1970, anno dell’istituzione delle regioni. Aveva aiutato l’Italia repubblicana a nascere e visse come un secondo mandato quello di accompagnare la nascita della Regione Piemonte.
Nel 1973 fu eletto presidente dell’Assemblea regionale e due anni dopo divenne il terzo presidente della storia della Giunta regionale piemontese, dopo Edoardo Calleri e Gianni Oberto Tarena.
Rieletto per altre due legislature, mantenne il suo incarico fino al tragico giorno d’inverno che ne segnò il destino, lasciando in dote l’introduzione di un’infinità di innovazioni: affrontò i primi grandi impegni della Regione come il piano sanitario, la legge urbanistica e il piano di sviluppo; si adoperò nel recupero dei beni monumentali con i restauri di Palazzo Lascaris, poi sede del consiglio regionale, la manica nuova di Palazzo reale e dei castelli di Rivoli e di Ivrea e fu grande fautore della banca dati delle leggi regionali.
Alla sua grande lungimiranza politica si deve anche la preziosa collaborazione con Diego Novelli, sindaco comunista di Torino a cavallo tra anni Settanta ed Ottanta, nella lotta contro il terrorismo.
Se ne andò nello sgomento dell’intero Piemonte, che perdeva in un sol colpo un padre della Liberazione e un vero punto di riferimento nella storia delle istituzioni regionali.
1988 – Il cordoglio per Aldo Viglione
Nato a Morozzo nel 1923, si impegnò nella lotta di Liberazione capendo lì che la politica sarebbe stata al centro della sua vita