“Non sei sola” si legge sulla targa posizionata sulla panchina rossa inaugurata oggi, mercoledì 16 novembre, in piazza Torino.
Il messaggio è chiaro: la violenza sulle donne non è mai normale e va combattuta, anche con iniziative come questa, nata all’interno di Laboratorio Donna, gruppo di lavoro coordinato dall’assessorato alle pari opportunità del Comune di Cuneop composto da rappresentanti di associazioni del territorio che si occupano di tematiche legate al mondo della donna.
La panchina rossa scelta è posizionata a due passi dalla Questura di Cuneo, che insieme alla squadra di pallavolo maschile dell’Asd Volley VBC Cuneo l’ha adottata, facendosi coinvolgere volentieri in un’iniziativa così lodevole: “La vicinanza alla Questura simbolicamente significa che chi è in difficoltà si può sedere sulla panchina, cioè può venire da noi a raccontare il proprio problema, perché si tratta di un fenomeno che ha una parte di sommerso. Con questa iniziativa si vuole dire che le donne devono trovare il coraggio di parlarne”, ha spiegato il Questore Giovanni Pepè.
Presente all’inaugurazione anche il sindaco di Cuneo Federico Borgna, a rappresentare il Comune insieme agli assessori Franca Giordano, Maria Gabriella Aragno e Paola Olivero: “Ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa da un uomo, il femminicidio è un fenomeno deplorevole ma purtroppo molto presente – ha detto il primo cittadino -. La violenza sulle donne è un problema che non va sottovalutato: è strisciante e silenzioso, ma c’è, anche all’interno delle nostre comunità. Per questo come amministrazione abbiamo deciso di sostenere questa campagna. Le panchine rosse servono per ricordare le donne vittime di violenza, ma anche da monito, da avvertimento”.
A rappresentare l’ASD Vbc Volley, insieme ad alcuni gocatori, anche il presidente Cavallo: “Lo sport è aggregazione, amicizia, collaborazione, l’antitesi della violenza, per questo abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa, per cercare di portare il nostro mondo su questo problema – ha spiegato -. Mi sembra impossibile dover parlare di questo fenomeno, perché non riesco a concepire come si possa usare violenza su una donna, ma evidentemente se ci trvimao qui il problema esiste e bisogna fare qualcosa per dare una mano a risolverlo”.
Gabriele Destefanis