Si andrà avanti anche attraverso vie giudiziarie: è la scelta presa ieri mattina, durante l’incontro convocato dall’eurodeputato Alberto Cirio, a seguito della notizia dell’approvazione, il 4 ottobre scorso, del Registro nazionale delle varietà di piante da frutto, in cui tra le tipologie di nocciola è stata ufficialmente iscritta la “Tonda Gentile Langhe”.
Partirà una lettera rivolta al Ministero per le Politiche Agricole, che ha approvato il Registro in accordo con le Regioni.
La missiva, a firma dell’avvocato Roberto Ponzio su mandato del presidente dell’Unione Montana Alta Langa, Roberto Bodrito, del presidente dell’Unione Colline di Langa e del Barolo, Roberto Passone, di Marco Gabusi, presidente della Provincia di Asti, Marco Perosino, consigliere provinciale di Cuneo, e Flavio Borgna, presidente dell’Ente Fiera della Nocciola, chiede in forma di autotutela l’immediata modifica del Registro nazionale e l’eliminazione della denominazione “Tonda Gentile Langhe”, per impedire l’uso improprio del termine in altre parti d’Italia.
Se dal Ministero non dovesse arrivare una risposta positiva, il territorio è disposto a proseguire la battaglia impugnando l’atto presso il TAR del Lazio, sia perché lesivo dell’identità delle Langhe, sia per la necessità di tutelare il consumatore, che si ritroverebbe in commercio nocciole dal nome fuorviante sulla loro reale provenienza.
Nei prossimi giorni, inoltre, verrà depositata a Bruxelles una formale denuncia da parte dell’on. Cirio, perché la scelta di usare la dicitura “Langhe” per identificare la varietà di una pianta è una netta violazione del Regolamento europeo n. 637 del 2009, che all’art. 6 (punto F) recita espressamente: “Si ritiene che una denominazione varietale possa indurre in errore o creare confusione se comprende un nome geografico che potrebbe fuorviare il pubblico riguardo alle caratteristiche o al valore della varietà”.
Per affrontare il tema oggi è stata convocata anche una seduta straordinaria del Consiglio dell’Unione Montana Alta Langa, a cui sono stati invitati a partecipare, su iniziativa del sindaco di Santo Stefano Belbo Icardi, i rappresentanti dell’Osservatorio Marchi e Brevetti contro le contraffazioni e l’uso indebito.
L’Osservatorio ha sede presso la Fondazione Cesare Pavese ed è nato per tutelare in particolare il vino, ma si occupa in generale delle diverse produzioni agricole.
“Non ci fermeremo – sottolinea Alberto Cirio – perché è in gioco il nome Langhe: il brand più prezioso che abbiamo. Il viceministro Olivero ci ha spiegato che dato che in Olanda e Romania qualcuno sta cercando di “scipparlo” tanto vale rubarlo anche da Roma, lasciando che venga usato in tutta Italia. Argomentazioni risibili che il territorio non può accettare e che rischiano di compromettere il mio lavoro a Bruxelles. Mi domando con quale forza possa chiedere ai governi stranieri di cancellare la denominazione Langhe, sostenendo che è illegittima, quando l’ha appena inserita nel proprio Registro nazionale anche il governo italiano. Il Ministero deve eliminare la dicitura. Non ci sono altre strade”.