Prima della costruzione del Duomo, la chiesa di San Giovanni era l’edificio di culto più importante della città. Iniziata dai Domenicani nel 1330 nel luogo ove sorgeva dal 1281 una cappella dedicata a san Giovanni, subì, nei secoli, notevoli cambiamenti: nel 1370 fu allungata verso nord di una campata, nel 1467 fu avanzata la facciata ed aperto l’attuale ingresso chiudendo quello precedente con la costruzione del chiostro quadrato. Nel 1480-87 venne di nuovo allungata la parte absidale e successivamente venne costruita la cappella marchionale e modificate le cappelle laterali. La chiesa, terminata nel 1530, passò nel 1829 ai Padri Servi di Maria, dai quali è tuttora custodita.
L’ampio complesso si sviluppa su di un notevole dislivello di terreno.
Il campanile eretto nel 1376, a base rettangolare, è articolato in cinque piani definiti da lesene e contrafforti angolari e da cornici marcapiano in cotto con fregi a dentelli e archetti incrociati nell’ultimo piano, dove al posto delle monofore dei piani sottostanti si trovano le bifore. La torre è conclusa da una slanciata cuspide ottagonale tra quattro pinnacoli, con al sommo il gallo segnatempo.
La semplice facciata a salienti, incompiuta, ospita un imponente san Cristoforo dipinto nel 1929 ad imitazione di quello quattrocentesco esistente sulla parrocchiale di Rossana. La chiesa è a tre navate divise da pilastri cui sono addossate semicolonne con capitelli in pietra che reggono le volte a crociera.
A sinistra, nella prima Cappella dei Santi Crispino e Crispiniano, nel 1992 è stato scoperto un ciclo di affreschi riguardanti Storie della Passione di Cristo databili al terzo decennio del ‘400 ed avvicinabili all’opera di Pietro Pocapaglia da Saluzzo. Nella parete di controfacciata sono visibili frammenti di affreschi, precedenti a quelli citati, che rappresentano una flagellazione.
La Cappella del Rosario, eretta nel XVI secolo su progetto di Giovenale Boetto, presenta una cupola ottagonale, stucchi ed una volta ad affresco di Giovanni Claret; negli archi laterali troviamo a destra una Battaglia di Lepanto ed a sinistra uno scontro tra cavalieri. Spicca sulla parete di fondo una macchina d’altare di legno dorato che ospita il trittico, datato 1535 e firmato da Pascale Oddone, pittore di Savigliano. Il pannello centrale, contornato dai 15 misteri del Rosario, raffigura la Madonna del Rosario tra san Giovanni Battista e san Domenico ed a terra un gruppo di fedeli oranti tra cui è individuabile il Marchese Francesco. Il pannello di sinistra rappresenta Giuditta con in mano la testa di Oloferne, quello di destra Ester davanti ad Assuero. La predella è un ex-voto per la sopravvivenza della città all’assedio di Carlo I di Savoia nel 1487.
La Cappella dei Serviti nel retablo ospita i Santi e Beati dell’Ordine Servitano, ed è presente un paliotto datato 1720. La Cappella di San Tommasi d’Aquino ospita frammenti di affreschi della fine del XV secolo.
La Cappella dei Santi Pietro e Paolo presenta, dietro il bancone, una nicchietta con l’affresco della Veronica, mentre sulla parete una tela rappresenta un miracolo di S. Vincenzo Ferreri. Segue la Cappella di San Vincenzo Ferreri dove sulla parete si possono notare due monumenti funerari: uno di Michele Beltrando, tesoriere regio morto nel 1597, e l’altro di Giovanni Vische, governatore del castello, morto nel 1493. In una nicchietta è raffigurato un Cristo di Pietà a monocromo della seconda metà del XV secolo.
L’altare maggiore è ornato da un imponente tabernacolo della seconda metà del ‘500.
L’abside della chiesa è la Cappella Funeraria dei Marchesi che rappresenta una delle testimonianze scultoree più importanti del territorio. Progetto travagliato, che si sviluppò dal 1450 al 1504 e vide la successione di diverse maestranze di scuole e culture differenti. La fase iniziale fu opera probabilmente di un artista borgognone, Antoine Moiturier, a cui si devono il progetto a pianta pentagonale e le pareti rivestite in pietra grigia in cui spiccano inserti in pietra verde. Le splendide decorazioni scultoree inquadrano figure di sibille e di profeti. Nella nicchia di sinistra si trova il monumento funebre di Ludovico II, commissionato dalla moglie Margherita di Foix nel 1504 e realizzato in marmo bianco di Paesana da Briosco intorno al 1508. Gli stalli corali presenti, della fine del XV secolo, provengono dall’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso.
La navata centrale della chiesa di San Giovanni presenta un pulpito poligonale in noce scolpito del primo Seicento, ed accanto ad esso si trovano due monumenti sepolcrali: a destra quello del giureconsulto Matteo Boverio, a sinistra quello del domenicano Giovanni Maria Tapparelli.
La navata di destra, vicino al presbiterio, ospita la Cappella di San Pietro Martire dove sul muro di testata si trova un affresco del 1564.
Nella Cappella di Santa Matia Maddalena, un affresco a monocromo dell’arcangelo Michele che vince il demonio; nel 1581 questa cappella viene trasformata in una specie di piccola abside ed attualmente ospita una pala d’altare del 1755 rappresentante una crocifissione. La grande Cappella dell’Addolorata fu eretta nel 1656 e trasformata nel 1925. Sull’altare della Cappella dei Santi fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria si trova una tela di Giovanni Biscarra che rappresenta i sette fondatori.
La Cappella di San Giuseppe presenta nella volta un ciclo di affreschi della seconda metà del ‘400 scoperti nel 2000. I soggetti rappresentati sono diversi, e tra essi spiccano alcuni episodi della vita di sant’Antonio. Sull’altare vi è una tela della Sacra Famiglia entro una ricca cornice intagliata e dorata del 1757. Sulla parete di controfacciata, vi sono tre riquadri ad affresco, coevi a quelli precedentemente nominati, raffiguranti la Madonna con il Bambino tra san Giacomo e san Bartolomeo.
Dalla navata sinistra si accede al chiostro del convento, edificato nel 1466 dal Marchese Ludovico I. Sui capitelli delle colonne sono presenti gli stemmi di molte delle più importanti famiglie saluzzesi e sul muro di fianco all’ingresso è sistemato l’altorilievo in cotto, originariamente policromo, rappresentante la Visitazione e databile al 1466. Sul lato ovest, la sala capitolare del convento fu trasformata nella Cappella Cavassa, cui si accede dallo splendido portale in marmo bianco, opera dello scultore lombardo Matteo Sanmicheli. L’edificio ha pianta quadrata con volta a crociera costolonata ed è decorato da affreschi con fregi a candelabre risalenti agli anni trenta del ‘500. Il locale ospita il monumento funebre di Galeazzo Cavassa, di tipiche forme rinascimentali, realizzato in marmo proveniente dalle cave di Paesana, opera dello stesso Sanmicheli tra il 1518 e il 1523. La struttura è contornata dalle figure di Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, mentre sulla parete opposta si trovano San Domenico e San Tommaso d’Aquino.
Sulla stessa manica dell’edificio si trova il Refettorio, cui si accede tramite una porta con lunetta contenente un dipinto a monocromo della Madonna con Bambino e san Giovannino. L’ampia sala è coperta da un soffitto a cassettoni e presenta sulla parete di fondo un grande affresco della Crocifissione con san Domenico, San Giovanni Battista, la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Pietro Martire, Santa Margherita, opera attribuita ad Aimo Volpi, pittore casalese del primo decennio del ‘500.
A Saluzzo, incanta l’unicità della Chiesa di San Giovanni
Dietro la spoglia facciata, veri tesori d’arte, nelle tre navate culminanti nell’abside con la cappella sepolcrale dei Marchesi