Migranti e bivacchi a Saluzzo, la Minoranza chiede il daspo urbano. Calderoni: “C’è già il divieto di campeggio”

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Nel Consiglio Comunale di Saluzzo di ieri, 9 settembre, presentate due interpellanze, anch’esse datate 1/9/ 20 e promosse dai consiglieri di minoranza Bacchiorrini, Piano, Scaletta, Andreis e Demarchi, relative alla situazione dei migranti che risiedono presso la casa dell’ex custode e presso altre strutture ospitanti, nonché dei continui bivacchi in alcune zone della città.

A presentare l’interpellanza è il Consigliere Demarchi che chiede a nome dell’Opposizione di conoscere la situazione relativa ai numeri dei contrattualizzati ospitati nelle strutture, alle misure anti-covid, ed ai tamponi effettuati ai migranti, venendo a conoscenza degli esiti.

Il Sindaco Mauro Calderoni ha risposto sottolineando il grande passo avanti compiuto dal territorio, con le molteplici azioni contenute e firmate all’interno del protocollo.
Al momento all’interno della casa dell’ex custode, per il progetto di integrazione dell’accoglienza, sono ospitati 10 lavoratori, e presso la Papa Giovanni sono accolte 25 persone presso le due sedi con 6 lavoratori stagionali. Hanno tutti fatto il tampone con esito negativo, e vengono controllati e visitati quotidianamente. Questo è un protocollo che vale per le accoglienze pubbliche, e dettaglia i compiti operativi per i singoli enti firmatari. Nella accoglienza specifica di Saluzzo, la presenza degli operatori è h 24.

Demarchi ha però denunciaro al Sindaco Calderoni una situazione complicata, poiché per tanti lavoratori contrattualizzati, ce ne siano altrettanti non lavoratori che passano le giornate a bivaccare all’interno dei parchi cittadini, nelle zone adiacenti al cimitero, dalle sedi dell’INPS e dell’INAIL.

La denuncia deriva altresì da una situazione particolarmente complicata e compromessa da un elevato numero ed una ricrescita di persone positive al virus del Covid, preoccupazione derivante dal fatto che fino a pochi giorni fa Saluzzo aveva il più alto numero di contagiati all’interno del territorio. La richiesta è quindi quella di far sgomberare le aree cittadine da queste persone e di ripristinare il decoro pubblico, richiedendo un daspo urbano.

Il Sindaco Mauro Calderoni ha spiegato nuovamente quella che è la situazione attuale, definendo che all’interno della città del Marchesato sono stati registrati 107 migranti, contro gli 800 dello scorso anno: “La situazione è sicuramente di grande tensione, ma non è saggio ne tanto meno utile dividere la comunità con letture forzate e troppo di parte. L’evoluzione rispetto agli anni passati è che siamo stati capaci di comprendere di dover passare dal volontariato delle istituzioni ad un atteggiamento più formale, facendo capire che i flussi interni non possono essere regolati dai singoli sindaci.

Delle 100 persone che dormono nel nostro comune, qualche decina è sotto contratto e ci deve fare riflettere per lo sforzo messo in campo e ci deve fare venire la voglia di fare un passo in più che deve essere la revisione delle norme costituzionali. Se non vogliamo avere persone accampate nelle città bisogna prevedere qualche sistema che disciplini la loro situazione. Se vogliamo fare un passo avanti è quello di provare almeno sulla quota a fare un ragionamento costruttivo“.

Il consigliere Fulvio Bacchiorrini, interviene nell’interpellanza, cosa di ordinanza inconsueta, ma consentita vista l’importanza dell’argomento. Le perplessità del Consigliere di minoranza derivano dai numeri citati dal sindaco relativamente ai migranti residenti in paese, stimando invece che ce ne siano il doppio di tale cifra. “Importante è che ogni paese si prenda i propri lavoratori, cosa che però nonostante le azioni fatte, non ha avuto buon esito, creando una situazione indecorosa, che l’amministrazione comunale non può accettare, perchè la maggior parte di questa gente non lavora, e gira per la città a qualsiasi ora del giorno. Questo numero è sicuramente eccessivo rispetto a quello di cui necessita l’agricoltura saluzzese, situazione comunque peggiorata dall’emergenza sanitaria“.