La miccia è stata “lanciata” dal Bagnasco Calcio che ha annunciato nei giorni scorsi la positività al Coronavirus di otto suoi tesserati della prima squadra, con conseguente rinvio delle gare che lo coinvolgevano nel campionato di Seconda Categoria.
Da lì, un po’ a cascata, nelle ultime ore si è parlato di un possibile coinvolgimento anche di altre realtà sportive monregalesi (e non solo), con ipotizzabile stop per altre compagini e conseguente rinvio di altre partite.
Il primo in questo senso è stato il Bisalta, che questa mattina ha comunicato sul proprio sito ufficiale lo stop delle attività sportive in via cautelativa, in attesa dell’esito dei tamponi.
Alcune “voci di corridoio” ipotizzavano un coinvolgimento, con stop annesso, anche dell’Ama Brenta Ceva, ma per il momento in casa biancorossa frenano, sottolineando come la situazione sia sotto controllo.
“Stiamo cercando di alzare ulteriormente l’asticella dell’attenzione, monitorando costantemente i nostri tesserati – spiega ai nostri microfoni il Ds cebano Marco Biestro – Non ci sono al momento casi di positività, quindi proseguiamo. Naturalmente se la situazione generale peggiorerà ci atterremmo a cosa verrà deciso dagli organi competenti”.
Insomma, uno scenario in evoluzione, con tante incognite. Così come per il caso-Genoa in Serie A, infatti, le domande sono tante: con quanti tesserati minimi una società è tenuta a giocare? Ma soprattutto, come devono comportarsi le società che hanno giocato contro un avversario che ha riscontrato poi la presenza di positivi (vedasi San Sebastiano, nel caso in cui gli esiti dei tamponi evidenziassero lunedì la presenza di casi nel Bisalta)?