Paola CortellesiI una donna vera oltre l’attrice

Ha interpretato Petra nell’ultima uscita televisiva su Sky: un altro personaggio che appare duro fuori ma dentro è fragile. Un po’ come lei, sempre in bilico tra parti comiche e drammatiche. Nel segno dell’ironia

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È veramente difficile capire quale sia l’essenza più autentica di Paola Cortellesi: audace o contenuta? Eccessiva o misurata? Siamo abituati a vederla in una veste come nell’altra. È una considerazione che in fondo può essere fatta per qualsiasi attore, ma nel caso dell’interprete romana vale di più. Perché è ormai universalmente conosciuta e apprezzata la sua capacità di recitare in ruoli con caratteristiche diametralmente opposte, dal comico al drammatico, sempre mantenendo la stessa credibilità.
Anche nella sua ultima interpretazione, Cortellesi ha dato prova di duttilità estrema. Ha interpretato il personaggio di Petra Delicato, ispettore di polizia che è la protagonista dei romanzi gialli scritti a partire dagli anni ’60 dall’autrice spagnola Alicia Gìmenez-Bartlett, pubblicati in Italia da Sellerio. Si tratta di un personaggio molto sui generis, una donna sbrigativa, concreta fino a essere dura e spietata, determinata. Un’icona femminista, anche. Ha abbandonato una brillante carriera da avvocato per entrare in polizia nella squadra mobile. Ha due divorzi alle spalle, vive avventure sentimentali brevi, abita in un quartiere isolato senza aspettarsi più di tanto in generale. Usa un linguaggio diretto e tagliente, a volte sboccato, sincero fino all’estremo. L’identikit in fondo si sposa bene con le caratteristiche di Paola, attrice che può far leva su un potenziale innato di ironia, qualità fondamentale per potersi adattare a ruoli in chiaroscuro.
La serie di quattro film trasmessi da Sky a partire dallo scorso settembre e conclusa lunedì scorso con l’ultimo episodio “Morti di carta”, è appunto intitolata con il nome della protagonista, “Petra”. L’ambientazione è a Genova, che a sua volta è un luogo che – come un po’ tutte le città di mare – può presentare un volto aspro, chiuso, impenetrabile. Una questione di esperienze passate, di vita vissuta che induce a un atteggiamento difensivo. In fondo anche Petra è così, dura ma fragile. Capace di svelare una bellezza nascosta, ma non troppo. E anche per Paola vale lo stesso discorso.
Non a caso, l’attrice romana è stata scelta di recente anche per un ruolo speciale all’interno del documentario che il regista Peter Marcias ha presentato a Venezia, dedicato alla figura di Nilde Iotti, personaggio chiave della politica italiana, prima donna a ricoprire la carica di presidente della Camera nel corso di 13 anni e tre legislature tra il 1979 e il 1992. Cortellesi non ha interpretato Nilde Iotti ma ne ha “evocato” la figura, con interventi precisi ed emblematici. Un’altra donna forte e autentica, stavolta nella politica italiana, capace di lasciare un segno nella storia. «Sono onorata di aver contribuito al suo ricordo», ha detto Cortellesi. «Il film è un documento utile non solo per ricordare la vita coraggiosa ed esemplare di Nilde Iotti, ma anche per far conoscere alle nuove generazioni le battaglie faticose all’origine dei loro diritti, a non darli per scontati e alla necessità di difenderli».
Lo stile è sempre essenziale, quasi minimalista. Come le sue battute, secche e salaci. Come i suoi vestiti. Anche sui red carpet, dove preferisce l’abito nero alle pailettes. La bellezza di Paola non è mai esibita, piuttosto è velata se non messa in secondo piano. Ma l’ironia resiste e torna in superficie quando ce n’è bisogno. Accade per esempio in “Come un gatto in tangenziale” film di successo del 2018 di cui si attende il sequel in uscita a Natale. Qui Paola – protagonista assieme ad Antonio Albanese – è una donna di borgata, coloratissima nell’aspetto esteriore e nel linguaggio che bada più alla sostanza che alla forma. Per tornare a Petra, la stessa attrice ha così definito il suo personaggio in un’intervista al Corriere della Sera: «È la donna che tante vorremmo essere, o almeno io. Ha quel tipo di libertà che le permette di comportarsi senza filtri, non conforme agli schemi: piacere agli altri, prendersi cura. Petra non ha queste catene, è libera». Ma il filo conduttore resta sempre quello dell’ironia.