Astra Cuneo: “La tratta internazionale del Colle di Tenda va ripensata integralmente”

Il presidente Diego Pasero esprime solidarietà a coloro che sono stati colpiti dall'alluvione e chiede un ristoro per le aziende di autotrasporto costrette a percorrere percorsi alternativi più dispendiosi

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Tratto di SS20 spazzata via dalla furia dell’acqua

Esprimiamo profonda solidarietà nei confronti di tutti coloro che sono stati drammaticamente colpiti dall’evento alluvionale che ha interessato la provincia di Cuneo lo scorso 2 ottobre, ferendo in modo inaudito il nostro già fragile territorio. Ora è il momento della conta dei danni, che si annunciano di assoluta gravità ed entità, ma superata la fase più emergenziale occorre mettersi al lavoro per avviare un ragionamento complessivo che interessi le grandi infrastrutture viarie della nostra provincia e, in particolare, la strada internazionale che collega Italia e Francia attraverso il colle di Tenda“. Con queste parole Diego Pasero, presidente di Astra Cuneo interviene a qualche giorno dall’alluvione che in poche ore ha spazzato via intere strade provinciali, messo “ko” il collegamento tra la provincia di Cuneo e la Valle Roja, quindi con la Francia e la Liguria, e danneggiato la Statale 28 del Colle di Nava, ora divenuta ancora più strategica per il collegamento con la riviera ligure di ponente.

La tragedia che ha colpito imprese e cittadini obbliga Italia e Francia a riconsiderare l’intero sviluppo della tratta internazionale, trasformando in Strada gestita dallo stato francese il tratto dopo il tunnel di Tenda (ora pesantemente compromesso) fino a Fanghetto, affidando tutta la ricostruzione alle migliori progettualità in circolazione e, soprattutto, prevedendo poderosi investimenti con cui realizzare un nuovo tracciato più moderno, che eviti i centri abitati e sia maggiormente funzionale sotto l’aspetto turistico e commerciale, a servizio in primo luogo delle comunità locali – continua Diego Pasero -. Si fa un gran parlare delle risorse europee che arriveranno con il Recovery Fund sia in Italia che in Francia, perché non dirottarne una parte alla sistemazione di collegamenti viari o ferroviari che potrebbero non solo aiutare aziende e famiglie colpite a rialzarsi dopo questo duro colpo, ma porterebbero indiscutibili benefici economici e sociali? Seguendo il modello adottato in occasione della ricostruzione del viadotto sul Polcevera, ora ponte Genova San Giorgio, si potrebbero trovare meccanismi di ristoro nei confronti delle aziende dell’autotrasporto che sono obbligate a percorrere tratte alternative, inevitabilmente più lunghe e dispendiose rispetto alla Statale 20. Insomma la situazione è drammatica ed eccezionale, servono risposte allo stesso modo straordinarie per risollevare le sorti dei territori e dei comparti produttivi più danneggiati”.