«Dalla regione 200 mila euro per sensibilizzare il pubblico e formare il personale»

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In questo periodo di pandemia da Covid-19, la gestione dell’analisi olfattiva precedente all’acquisto del tartufo, sia da parte del venditore, sia da parte del cliente, necessita di particolari attenzioni. Per far fronte a questa nuova esigenza, Regione, Comuni piemontesi a vocazione tartufigena e sedi delle manifestazioni fieristiche in calendario per quest’anno, Centro nazionale studi tartufo e Ipla hanno sottoscritto un protocollo specifico, che è stato illustrato nella conferenza stampa svoltasi giovedì scorso, presso la sede dell’Associazione commercianti albesi. La procedura prevede che il “trifolao”, a seguito del ritrovamento del “tuber”, indossando la mascherina chirurgica e i guanti, spazzoli il tartufo per eliminare la terra in eccesso e lo riponga in una cassetta con un telo di cotone a protezione. Per la conservazione del tartufo, prima dell’esposizione o vendita, lo stesso sarà collocato in un barattolo di vetro con coperchio tipo Bormioli avvolto nella carta, e conservato in frigo, a temperatura idonea (0-6oC). Preventivamente al contatto con il tartufo e il materiale di imballo, il “trifolao” provvederà a igienizzarsi le mani con soluzioni idroalcoliche oppure a indossare guanti monouso. Durante l’esposizione, i tartufi saranno riposti in una teca chiusa, adagiati su un telo di cotone. Il cliente, dotato di mascherina, indicherà il tartufo a cui è interessato con guanti usa e getta forniti dal venditore. A sua volta il venditore, dotato di mascherina e dopo avere utilizzato soluzione igienizzante o guanti monouso, porrà il tartufo nell’apposito bicchiere di vetro o di materiale biodegradabile con tappo in silicone microforato e lo consegnerà al cliente che procederà all’analisi olfattiva senza togliersi la mascherina. Premendo il tappo del bicchiere, un apposito stantuffo farà fuoriuscire l’aroma del tartufo, favorendo la valutazione dell’acquisto senza il rischio di contatto e di diffusione del virus dovuta a un’eventuale incauta manipolazione del tartufo o dell’imballo. Nel caso in cui il tartufo non venga acquistato, esso verrà riposto dal venditore all’interno della teca espositiva chiusa. Anche in questa fase il venditore indosserà i guanti e la mascherina, avendo cura di movimentare delicatamente il prodotto. «Abbiamo lavorato con il Centro nazionale studi tartufo e Ipla per consentire la ripartenza delle manifestazioni dedicate al “tuber” garantendo i livelli di sicurezza necessari al contrasto della diffusione del Covid-19», ha commentato Fabio Carosso, vicepresidente della Regione Piemonte, aggiungendo: «Proprio per garantire lo svolgimento in sicurezza di queste manifestazioni, oltre alle prescrizioni contenute nel protocollo, la Giunta ha approvato un contributo straordinario di 210 mila euro per gli enti organizzatori destinato all’informazione del pubblico circa le condizioni di sicurezza adottate, alla formazione degli operatori addetti allo svolgimento delle manifestazioni fieristiche dedicate al tartufo, all’acquisizione di servizi e forniture idonee per avvicinare e scegliere i tartufi».