Si parla dei nostri muli persino in Germania

Premiata l’iniziativa per il turismo sostenibile ideata da Aree protette delle Alpi Marittime

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L’estate del Covid e dei muli. Così sarà ricordata la stagione estiva 2020 delle Alpi Marittime. Tra le conseguenze della pandemia c’è stato un cambiamento radicale nella frequentazione della montagna. Pochi i pernottamenti in rifugio, enorme la crescita del numero di escursionisti giornalieri, con conseguente incremento del servizio di ristorazione in quota. Un quadro totalmente mutato rispetto al passato, a cui i rifugisti hanno dimostrato di saper rispondere adeguatamente.
Un aiuto è venuto da una iniziativa delle Aree protette delle Alpi Marittime che ha finanziato con fondi di “Alpimed”, il piano integrato per l’area rurale e montana delle Alpi del Mediterraneo creato con l’obiettivo è quello di interconnettere e incoraggiare le buone pratiche sostenibili nel cuore di questo vasto territorio montano. Il progetto triennale coinvolge 27 comuni della provincia di Cuneo, 24 comuni della provincia di Imperia e 38 comuni del dipartimento Alpes-Maritimes, per un totale di 89 comuni coinvolti.
In particolare l’iniziativa promossa dalle aree protette delle Alpi Marittime ha riguardato una campagna di utilizzo dei muli per il rifornimento delle strutture in quota. Sette i rifugi coinvolti (Bian­co, Questa, Morelli-Buzzi, Remon­dino, Bo­zano, Soria, Pagarì), quaranta i viaggi effettuati dal chiusano Luciano Ellena alla guida delle sue tre mule Ketty, Kira e Dea, in totale una spesa di oltre 8.000 euro. Soldi ben spesi, che hanno permesso di limitare il numero di voli di elicottero e, grazie alla cadenza settimanale degli approvvigionamenti, di calibrare le quantità rispetto al variare delle richieste dei fruitori.
La campagna veniva dopo un’esperienza pilota del 2019, sempre finanziata dalle Aree protette con fondi europei del programma Alcotra, sviluppata all’interno di un progetto presentato dai gestori del rifugio Morelli-Buzzi, i fratelli valdieresi Marco e Paolo Giraudo. In quel caso 5.000 euro erano stati investiti non solo per il trasporto, ma anche per una attività di sensibilizzazione, tra cui la realizzazione di un video. “A dorso di mulo”, questo il titolo del racconto per immagini della regista Elena Gagliano, ha avuto un notevole successo.
Nell’ultima presentazione a Chiusa di Pesio, organizzata dall’associazione “Gira & Tuira”, erano presenti anche tre rappresentanti del sodalizio tedesco Vfd, impegnato nella valorizzazione dell’utilizzo di muli e ca­valli quali animali da traino e da trasporto. Per l’occasione Albert, Josef e Björn hanno consegnato ai fratelli Gi­raudo e a Luciano Ellena il premio “Eisener Gu­stav” (“Gustavo di ferro”): un diploma, 500 euro e una statuetta. Quest’ultima raffigura Gustav Hartmann, in­stancabile (e dunque “di ferro”) vetturino che nel 1928, settantenne, compì un leggendario viaggio di mille chilometri da Berlino a Parigi utilizzando una carrozza trainata da un solo cavallo. Un’impresa con la quale Gustav voleva esprimere la sua contrarietà nei confronti di un progresso sempre più condizionato dalla tecnologia.
Il motto di Vfd è: “Con ca­valli e muli verso un mon­do migliore”. Una prospettiva in cui hanno dimostrato di credere Luciano El­lena, Mar­co e Paolo Gi­raudo, insieme alle Aree protette delle Alpi Ma­rit­time. «Speriamo che il vo­stro esempio sia seguito da altri enti e organizzazioni»: è questo l’auspicio che i rappresentanti dell’associazione hanno espresso al presidente delle Aree protette delle Alpi Ma­rittime, Piermario Gior­da­no, in un incontro nella sede di Val­dieri prima di far rientro in Germania.