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A Cobola il primo premio al forum della bioeconomia delle foreste 2020

L’azienda propone serramenti a filiera corta, certificati Pefc

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“Si realizzano sempre le cose in cui credi realmente; e il credere in una cosa la rende possibile”, suggeriva il famoso architetto statunitense, Frank Lloyd Wright. Esempio ne è Cobola, storica azienda con sede a Sanfront (via Valle Po 16, tel. 0175-948238; www.cobola.it), protagonista dell’innovazione so­ste­nibile nella ideazione, produzione ed installazione di serramenti a filiera corta, certificati Pefc, chiamata alcuni giorni or sono, a ritirare il primo premio “Comunità Forestali sostenibili 2020”. Si tratta di un riconoscimento per le buone pratiche di gestione territoriale e forestale delle aree montane, promosso da Pefc e Legambiente. A raccontarci l’emozione, Giuliano Decostanzi, responsabile “marketing” di Cobola.
«Abbiamo deciso di partecipare al premio in virtù di un nostro percorso professionale di continua qualificazione del processo e del prodotto proposto sul mercato che si fonda sul tema della filiera corta del legno proveniente da boschi a gestione forestale sostenibile. Da qualche anno infatti, cerchiamo di puntare su questo aspetto, per passare poi alle fasi di progettazione, produzione e installazione mantenendo la filiera entro il raggio di 150 chilometri, nel pieno rispetto dei criteri ambientali minimi (Cam) che sono semplicemente i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. Si tratta di criteri definiti nell’àmbito di quanto stabilito dal piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica Amministrazione e sono obbligatori in edilizia. Cobola per rientrare appieno in questi requisiti negli anni si è adeguata anche nelle fasi di produzione attraverso l’utilizzo di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, certificato dal nostro fornitore e attestato anche dall’impianto fotovoltaico di cui disponiamo in azienda e dal recupero della materia prima. Da segnalare poi parallelamente il percorso delle certificazioni volontarie atte a qualificare il processo produttivo: dal 1996 disponiamo della Iso 9001:2005; dal 2010 siamo “partner” di “Casa Clima “e dal 2018 abbiamo il certificato di catena di custodia Pefc che garantisce il consumatore sulla tracciabilità dei diversi processi di produzioni interni all’azienda. Teniamo a che il nostro lavoro sia vagliato da enti terzi: una garanzia anche agli occhi dei clienti, rintracciabile e verificabile anche sui siti internet».

Questo premio merita anche un ringraziamento speciale, vero?

«Assolutamente sì. A Sebastiano, Corrado e Cristina che investono da anni in questa attività, avendo garantito con tenacia e impegno, la forza ed l’entusiasmo a me e a tutti i colleghi che hanno colto il valore della sostenibilità ambientale, assumendolo come una “missione” aziendale, ma anche e soprattutto personale».

Con quale progetto vi siete aggiudicati il primo premio?
«Un albergo ottenuto da una casa contadina della tradizione Occitana, nel cuore della Val Maira, tra Acceglio e Chiappera, Siamo intervenuti nella fornitura in opera dei serramenti dell’ampliamento della Locanda Mistral. Ed è con questo progetto che ci siamo aggiudicati il primo posto nella categoria Prodotto del premio Comunità Forestali Sostenibili. Il progetto si caratterizza per l’uso di materiali a basso impatto, legno locale certificato, isolanti da riciclato, pietra locale per il manto di copertura istallati a secco. Tramite questo progetto abbiamo voluto dimostrare le potenzialità del principio del “cradle to cradle” (dalla culla alla culla) tecnica vincente, non solo dal punto di vista produttivo, ma anche per i benefici a livello ambientale e sociale. Queste scelte, condivise con l’architetto Dario Costamagna, hanno dotato l’edificio in oggetto, di una nuova prospettiva che va al di là della bellezza del suo rinnovato aspetto ed arriva alla sua nuova identità di edificio come deposito di materiali. Fondamentale è stata la scelta e l’attenzione ai materiali: pareti in legno, orditura e copertura entrambe certificate Pefc; materiale isolante riciclato Vc, manto di copertura in pietra locale e naturalmente serramenti certificati Pefc. La scelta della messa in opera rende l’edificio totalmente smontabile con l’eccezione della platea di fondazione. Il team di Cobola è riuscito a conciliare le necessità tecniche della nuova struttura con un sapiente uso dei materiali e delle tecniche, contribuendo a creare una struttura che possa garantire il massimo apporto di luce naturale durante l’anno, ma che rappresenti al tempo stesso un valido riparo nei mesi in cui c’è rischio valanghe. Un edificio sostenibile perché garantito da diverse certificazioni: quella PEFC del legno utilizzato, la Low carbon timber per la tracciabilità della filiera corta e non solo.

Realizzare edifici ad alta efficienza energetica e totalmente so­stenibili non è dunque un’utopia?

«Certo che no», sottolinea Emanuele Magra, responsabile commerciale di Cobola. «È una realtà che porta beneficio all’ambiente, al territorio, ai cittadini, a tutta la comunità. Questo è il nostro impegno, la nostra mission che si è posta un altro obiettivo: ottenere nel 2021 la certificazione Epd (Environmental Product Declaration), dichiarazione, creata su base volontaria, predisposta facendo riferimento all’analisi del ciclo di vita del prodotto basata su uno studio LCA (Life Cycle Assessment), che definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) e gli impatti sull’ambiente circostante nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto. Le fasi minime considerate vanno dall’estrazione delle materie prime, il loro trasporto al sito di produzione e la produzione stessa, fino alla dismissione del prodotto stesso».

BaNNER
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