La famiglia di Paolo Bonanno fu costretta a fuggire dall’Istria nel 1953, perdendo tutto, patrimonio e attività. Lui aveva 9 anni. Da una gelida caserma di Udine riuscirono a spostarsi a Torino, dove il padre trovò lavoro sotto una cooperativa. Periodo durissimo, anche nell’inserimento scolastico di Paolo: «Non avevo i soldi per comprare i libri, il mio insegnante si divertiva a interrogarmi pur conoscendo la situazione, io andavo in crisi perché non potevo studiare. Un giorno presi la mia rivincita: mi prestarono i libri, studiai tutta la notte, e risposi a tutto lasciando di sasso il professore e la classe». La storia di Bonanno (giramondo, campione d’Italia di volo in mongolfiera per 7 volte) ha più svolte, nel corso degli anni. Una di queste è l’incontro con la moglie Nicole Maillefer: «Ci siamo conosciuti nel 1993», racconta lei «durante un raduno in Svizzera, il mio paese. Mi fece volare, fu un’esperienza molto, molto avventurosa. Ci demmo appuntamento l’anno dopo, mi venne a trovare in ospedale dove ero ricoverata: dopo 5 mesi vivevamo assieme in Italia». Nel 2006 si sono sposati, celebrando il matrimonio in mongolfiera.
Nel 2012 la “Fai-Cia Ballooning commission” ha premiato Bonanno con il “Diploma montgolfier” per il riconoscimento al suo lavoro nella ricerca della sicurezza e delle agevolazioni al volo. Nel 2019 è stato inserito nella “hall of fame” Fai. Con lui, soltanto due altri italiani, Vincenzo Lunardi e Umberto Nobile.