Senza accordo sulle regole con l’Unione europea, la Gran Bretagna rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti italiani a indicazioni geografica e di qualità (DOP/IGP) che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore Oltremanica. È l’allarme di Coldiretti in riferimento alle misure adottate nell’UE e nel Regno Unito in caso di “No Deal” sulla Brexit che si fa più probabile, con ripercussioni negative anche per le produzioni cuneesi.
Tra i prodotti agroalimentari del nostro territorio più apprezzati nel Regno Unito – ricorda Coldiretti Cuneo – ci sono il vino, i piccoli frutti, mirtilli in particolare, e i formaggi. Solo con riferimento al vino, supera i 70 milioni di euro il valore dell’export nel Regno Unito delle bottiglie prodotte sulle nostre colline; Moscato, Barolo e Barbaresco si confermano le etichette più richieste dai britannici.
In caso di No Deal – sottolinea Coldiretti – la Gran Bretagna potrebbe diventare un porto franco per l’arrivo di prodotti di imitazione del Made in Italy, che vedono tra i maggiori contraffattori gli Stati Uniti con i quali gli inglesi hanno stretto un accordo commerciale, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.
“Preoccupa la concorrenza sleale del falso Made in Italy, un rischio reale come dimostrano le vertenze del passato nei confronti della Gran Bretagna, con casi eclatanti come la vendita di kit per produrre in casa finto Barolo” evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo
“Il rischio – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – è anche legato alla possibilità che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle nostre esportazioni agroalimentari, come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che scredita alimenti sani e naturali Made in Cuneo, da secoli presenti sulle nostre tavole”.