Al colonnello Pasquale Del Gaudio abbiamo chiesto anche di descriverci la situazione più pericolosa nella quale si sia trovato. Ecco la sua risposta: «Sono numerose le situazioni di pericolo vissute. Non le saprei quantificare. Eppure, quella il cui ricordo è stato per molto tempo vivido l’ho vissuta a Pescara. Due uomini avevano compiuto una rapina presso un supermercato, esplodendo due colpi di pistola ma senza, tuttavia, ferire nessuno. Per assicurarsi la fuga avevano rubato un’automobile, su cui era istallato un dispositivo satellitare; si erano poi diretti in un’area di campagna alla periferia di Pescara e avevano abbandonato il veicolo. Le ricerche si protrassero per alcune ore senza risultati. Vista la situazione di stallo, decisi di intervenire in prima persona. Insieme a un mio maresciallo ci portammo in una zona non battuta dalle altre pattuglie. Trovammo l’auto abbandonata. Mi accorsi che l’erba era schiacciata e, quindi, seguimmo le tracce che, dopo circa un chilometro, terminavano in un roveto. Mi abbassai un paio di volte tra i rovi e scorsi degli indumenti. Uno dei due rapinatori si era rintanato proprio in quel fitto cespuglio. Gli intimammo di uscire lentamente e con le mani in vista: poteva essere ancora armato. Solo dopo confessò di aver nascosto l’arma nei pressi dell’auto. Fu la mia fortuna! Mi sono sempre chiesto cosa mi sarebbe accaduto se avesse avuto ancora la pistola a portata di mano».