«Siamo cittadini, prima che poliziotti. E vogliamo che la gente veda quello che facciamo». Parole del nuovo questore di Cuneo, Nicola Parisi, che usa l’immagine del “palazzo di vetro” per fare arrivare un concetto a lui molto caro: lo sviluppo di un elevato senso civico passa per il coinvolgimento dei cittadini. Originario della Calabria ma da tempo residente ad Alessandria, Parisi dal 22 ottobre ha preso il posto che è stato per quasi due anni e mezzo di Emanuele Ricifari, suo amico peraltro.
Parisi, come sono stati i primi mesi da questore di Cuneo?
«Considerato il periodo che stiamo vivendo, non posso che definire questi primi mesi a Cuneo molto positivi. Stiamo impiegando tutte le risorse possibili per la gestione dell’emergenza, che purtroppo sta proseguendo, senza però tralasciare la normale attività, anche quella di polizia amministrativa. Gli uffici per i passaporti e i permessi sono stati sempre aperti al pubblico. Inoltre abbiamo intensificato i servizi di vigilanza sul territorio provinciale e le attività investigative. Sono soddisfatto di quanto stiamo facendo».
E di Cuneo e del territorio della Granda cosa pensa? Ha avuto modo di conoscere un po’ meglio la nostra realtà?
«Un po’ conoscevo già questo territorio, soprattutto l’Albese e le Langhe. Io abito ad Alessandria: sono pertanto molto vicino ad alcune aree della Granda; aree che, per la loro bellezza, è impossibile non conoscere, visitare e apprezzare. Cuneo, invece, la conoscevo meno: in questi mesi ho avuto modo di rimediare, avendo la conferma che si tratta di una città molto bella, proprio come me la ricordavo. Anzi, ancora di più».
Come giudica il livello di sicurezza in provincia di Cuneo?
«È decisamente buono, grazie alla proficua sinergia con l’Arma dei Carabinieri e con le altre Forze dell’ordine che operano sul territorio. E, naturalmente, grazie alla collaborazione dei cittadini. In Granda c’è un’altissima qualità di vita e questo dipende anche dal senso dello Stato che hanno le persone: quando ti trovi a lavorare in queste condizioni, con dei cittadini che hanno un grande spirito collaborativo. È tutto molto più semplice. L’obiettivo, insieme alle altre Forze dell’ordine, è lavorare per mantenere questo standard così elevato. Poi, purtroppo, ci sono certi eventi che si verificano sempre, a prescindere: non a caso io sono un grande sostenitore della polizia di prevenzione, intesa come “volanti” e presidio generale del territorio. Dobbiamo incidere di più sul senso di insicurezza che ha la gente. Perché purtroppo, nonostante i buoni risultati testimoniati anche dai numeri e dalle statistiche, non si registra un calo della sensazione di insicurezza delle persone, che deriva dai soliti fastidiosi reati che continuano a verificarsi. È una tendenza nazionale, che riguarda anche la provincia di Cuneo».
Quali sono questi reati?
«Quelli predatori, come i furti nelle abitazioni e le truffe, e lo spaccio di stupefacenti. Con le nostre attività cerchiamo di arginare fenomeni del genere e, in questo senso, stiamo ottenendo dei buoni risultati con le ultime operazioni concluse brillantemente dalla Squadra mobile. Teniamo però conto che siamo in una provincia molto grande: l’estensione del territorio rende meno semplice il controllo capillare, che comunque è garantito da tutte le Forze dell’ordine. Vi fornisco un dato: durante le fasi di “zona rossa” ed “arancione”, nella Granda, sono stati impegnati settimanalmente più di duemila operatori delle Forze dell’ordine. Un numero davvero molto elevato».
Le Forze dell’ordine come stanno vivendo la pandemia?
«Il 2020 è stato un anno inimmaginabile per tutti. Nessuno poteva pensare che avremmo vissuto una situazione del genere. Noi siamo cittadini, prima che poliziotti, e di conseguenza viviamo questo periodo come tutti, con le stesse sensazioni e preoccupazioni. Le posso però dire con certezza una cosa: mai come oggi c’è una grande comprensione da parte delle Forze dell’ordine nei confronti dei cittadini. Le sanzioni comminate in questo periodo sono state poche, perché cerchiamo soprattutto di fare un’opera di sensibilizzazione, indirizzando verso i giusti comportamenti».
Quali sfide vi attendono?
«La nostra sfida è quella di far vivere i cittadini della Granda nel modo più sicuro possibile. Vogliamo far capire a tutti che noi siamo vicini alla gente. Vogliamo che lo sappiano: noi siamo come un palazzo di vetro, tutto quello che facciamo deve essere portato alla conoscenza delle persone, anche attraverso attività di formazione nelle scuole, fondamentali per diffondere un senso di cultura civica; senso civico che per me rappresenta l’embrione di una società sana e civile».
In conclusione, che augurio si sente di rivolgere ai cuneesi in vista del Natale e del nuovo anno?
«Senza retorica, auguro a tutti gli abitanti della provincia di Cuneo di trascorrere un Natale sereno e di ritrovare nel 2021 quella normalità che questo maledetto virus ha cancellato. È un augurio che faccio a tutti, anche a me stesso».