Letterati, filosofi e matematici. Nel suo libro dedicato all’ambiziosa impresa di definire l’infinito, Odifreddi cerca di dipanare la matassa che ha a che fare con tale concetto. Lo fa attraverso dodici “Ritratti dell’Infinito”, un po’ come se si cercasse di descrivere «un personaggio eclettico, un attore che sappia interpretare vari ruoli»: così lui stesso ha definito la sua opera alla ricerca di una rappresentazione,
il più esaustiva possibile, di un concetto che da sempre viene affrontato e analizzato dai pensatori di ogni epoca. Non a caso Odifreddi, volendo scegliere alcune citazioni da inserire nella parte iniziale del libro, ha finito per raccoglierle tutte in un capitolo. Una “foto di gruppo” per lasciare al lettore una serie di frasi sull’infinito su cui meditare, spaziando da una definizione all’altra. I ritratti sembrano tra loro in contrasto, ma sono solo le diverse facce di un unico concetto. Dove argomenti diversi trovano punti di contatto. Per esempio, matematica e religione. Odifreddi ci tiene a sottolineare che non così contrapposte, anzi. E sottolinea il dato secondo cui tra gli scienziati il maggior numero di credenti si trova proprio
tra i matematici. E cita Blaise Pascal, il grande matematico noto per le sue frasi riportate negli incarti dei… Baci Perugina. Era credente e usava metafore matematiche, una di queste proprio l’infinito. Oppure Georg Cantor che elaborò la teoria matematica dell’infinito argomentandola con leggi aritmetiche e calcoli dell’infinito, professando sempre la sua fede.