Da fondazione Hume dieci regole ferrree per fermare il virus

Il sociologo Ricolfi: «Potevamo evitare la seconda ondata come hanno fatto i Paesi che hanno seguito le regole. Avremmo dovuto ispirarci all’Irlanda e alla Scandinavia. Così rischiamo» «Il vaccino? Chi vorrà farlo forse non troverà la dose, mentre chi sarà tenuto a farlo magari lo eviterà perché non si fida»

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A fine novembre la Fondazione Hume, assieme a Lettera 150, ha diffuso una petizione per chiedere al Governo
di seguire alcune regole fondamentali anti Covid. Ecco i dieci punti indicati. Punto uno: tamponi di massa “per una strategia rigorosa di sorveglianza attiva”. Due: a scuola in sicurezza; la maggior parte delle scuole non è in grado di ridurre il numero di alunni per classe (come avvenuto in molti Paesi europei). Tre: un database pubblicamente accessibile con tutti i dati necessari per affrontare efficacemente l’epidemia, come fin da giugno avevano chiesto in molti, a partire dall’Accademia dei Lincei. “Ad oggi”, si legge nella petizione, “ancora molti dati essenziali per la lotta al virus sono sconosciuti”. Quattro: il tracciamento come strumento di controllo della trasmissione del virus. Cinque: non chiudere un occhio sugli assembramenti, effettuando controlli massicci e sanzionando le violazioni. Sei: mantenere la promessa di creare 3.500 nuovi posti di terapia intensiva. Sette: garantire un adeguato distanziamento su tutti i mezzi pubblici. Otto: assicurare un’adeguata e tempestiva disponibilità di vaccini antinfluenzali, anche nelle farmacie. Nove: mettere i medici di base in condizione di visitare i pazienti Covid, dotandoli dei necessari dispositivi
di protezione. Dieci: luoghi dove poter trascorrere la quarantena senza contagiare familiari conviventi.