Approvato il Piano Forestale Regionale 2017-2027

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La Giunta regionale, con atto deliberativo, ha dato l’ok al nuovo Piano Forestale 2017-2027. Gli obiettivi? In coerenza con il Piano Paesaggistico di prossima approvazione, tutelare le risorse dei boschi piemontesi attraverso un sistema di gestione attiva e sostenibile, coniugando lo sviluppo economico insieme alla conservazione della biodiversità e alla salvaguardia dell’identità dei territori.

Per gli interventi e i finanziamenti, il Piano ha individuato quattro ambiti operativi: produzione-economia-mercato; ambiente e funzioni pubbliche; aspetti sociali e governo del settore. Azioni per le quali sono stati previsti, nell’arco dei dieci anni di durata delle norme, oltre 200 milioni di euro, riconducibili, in particolare ai fondi strutturali europei.

 

“In sostanza – sottolinea l’assessore all’Ambiente e alle Foreste, Alberto Valmaggia – è lo strumento che guiderà le politiche regionali sui nostri boschi e sulle nostre foreste. Il Piano costruisce una cornice generale per la valorizzazione, la gestione e anche la tutela idrogeologica dei nostri territori più fragili. La sua applicazione, poi, prevede di attivare i Piani aziendali operativi a livello locale riguardanti l’intera filiera”.

 

Le azioni maggiormente innovative? “Sviluppare le capacità organizzative dell’intero sistema: dalla gestione forestale associata ai contratti di gestione del bosco; dai contratti di approvvigionamento degli impianti per la produzione di energia con biomasse alle forme di cooperazione di filiera con lo scopo di sviluppare i mercati locali e tracciare la provenienza della materia prima legno”.

 

I DATI A LIVELLO REGIONALE
(il 36% della superficie piemontese è forestale)
Il Piemonte, dopo la Sardegna e la Toscana, è la regione dell’Italia con la maggior estensione forestale. Su una superficie di 2.538.297 ettari, i boschi ne occupano 874.660 (34%) e la coltivazione di legname di pregio 48.206 (2%). Del totale dei due numeri precedenti di 922.866 ettari (il 36% di quelli regionali), la superficie boscata pubblica è di 262.398 ettari (30%) e quella privata di 612.262 (70%). La proprietà pubblica è per il 40% in montagna, il 3% in collina e il 16% in pianura. Quella privata è per il 60% in montagna, il 97% in collina e l’84% in pianura. Rispetto agli 874.660 ettari di boschi, ben il 60% è costituito da quattro sole categorie di piante tra le 21 individuate: castagneti (23%); faggete (16%); robinieti (12%) e larici-cembrete (9%). La massima diffusione dei boschi è in montagna (627.259 ettari-72% del totale), seguono la collina (157.025-18%) e la pianura (90.376-10%). A partire dagli Anni Ottanta del 1900, la superficie forestale è aumentata del 25%. Due i fattori della trasformazione: l’occupazione spontanea del terreno da parte degli alberi e, in misura minore, il rimboschimento artificiale, soprattutto nelle aree collinari e montane, delle zone agricole-pastorali marginali che sono state progressivamente abbandonate. “Alla diffusione dei boschi – osserva l’assessore Valmaggia – conseguono due aspetti: uno positivo e l’altro meno. Sul primo fronte, infatti, si contribuisce a stabilizzare il territorio non più coltivato e a immagazzinare l’anidride carbonica, ma sull’altro vengono sensibilmente modificati il paesaggio e le condizioni per la sua fruibilità”.

 

Come si può valorizzare un patrimonio così importante? “Lo sviluppo della filiera deve essere finalizzato all’utilizzo del legno come materiale da costruzione edile e per l’arredamento e come fonte energetica rinnovabile, di cui adesso si usa appena il 25% della quantità che può essere tagliata nel rispetto dell’ambiente. In questa direzione, perciò, ci sono delle rilevanti opportunità da sfruttare e delle occasioni di crescita anche dal punto di vista dell’occupazione. Sotto questo aspetto si inserisce la Legge approvata di recente sull’Associazionismo Fondiario, che ha l’obiettivo di favorire la ricucitura e il recupero dei tanti terreni frazionati e incolti presenti nelle terre alte e nelle zone collinari. Con lo scopo di renderli nuovamente produttivi e, di conseguenza, appetibili al riuso”.

 

I DATI E ALCUNI ESEMPI CONCRETI DI FILIERA IN PROVINCIA DI CUNEO
La provincia di Cuneo ha una superficie complessiva di 689.090 ettari. I boschi si estendono su 242.286 ettari (il 35% di quelli totali). Le 11 aree omogenee forestali in cui gli Uffici regionali hanno suddiviso la “Granda” sono: Valli Po, Bronda e Infernotto; Valle Varaita; Valle Maira; Valle Grana; Valle Stura; Valli Gesso, Vermenegna e Pesio; Valli Monregalesi; Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta; Langa Cuneese; Roero e Pianura Cuneese.
“In provincia di Cuneo – sottolinea Valmaggia – ci sono alcuni esempi concreti e significativi di valorizzazione della filiera del legno, anche se ancora limitati all’uso delle biomasse. Tra questi abbiamo la Cooperativa Gestalp di Frassino, la centrale di teleriscaldamento della città di Busca e il recente impianto di produzione di energia in rete a Vernante”.

 

LE AREE OMOGENEE
Gli Uffici hanno suddiviso il territorio forestale in 47 aree omogenee, di cui 11 in provincia di Cuneo. Dalla cartina in allegato quelle della “Granda” sono: Valli Po, Bronda e Infernotto (numero 6); Valle Varaita (7); Valle Maira (8); Valle Grana (9); Valle Stura (10); Valli Gesso, Vermenegna e Pesio (11); Valli Monregalesi (12); Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta (13); Langa Cuneese (14); Roero (55) e Pianura Cuneese (56).
Le altre aree del Piemonte sono: Valli Curone, Grue e Ossona (1); Val Borbera (2); Alta Val Lemme e Alto Ovadese (3); Alta Valle Orba e Valle Erro (4); Langa Astigiana e Val Bormida (5); Valli Antigorio e Formazza (15); Valle Vigezzo (16); Valle Antrona (17); Valle Anzasca (18); Valle Ossola (19); Valle Strona, Cusio, Mottarone e Orta (21); Val Grande, Alto Verbano e Val Cannobina (23); Val Pellice (25); Valli Chisone e Germanasca (26); Pinerolese Pedemontano e Val Sangone (28); Basse Valle Susa e Val Cenischia (29); Alta Valle Susa (30); Valli di Lanzo (32); Val Ceronda Casternone, Alto Canavese e Pianura Torinese Settentrionale (33); Valli Orco e Soana (34); Valle Sacra, Val Chiusella e Dora Baltea Canavesana (36); Val Sesia (38); Alta Valle Cervo, Bassa Valle Cervo, Valle Sessera, Valle Mosso e Prealpi Biellesi (41); Baragge Novaresi (44); Alta Valle Elvo e Bassa Valle Elvo (45); Monferrato Casalese (51); Pianura Alessandrina Settentrionale (52); Basso Monferrato Astigiano (53); Alto Monferrato Astigiano (54); Pianura Torinese Meridionale (57); Collina e Fascia Fluviale del Po (58); Canavese e Serra di Ivrea (59); Pianura Vercellese (60); Baragge Biellesi e Vercellesi (61); Pianura Novarese (62); Pianura Alessandrina Meridionale (63).