Il taglio delle spese di fine anno a tavola rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari in Italia che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro in un anno. È quanto emerge dal bilancio 2020 sui consumi alimentari fuori casa elaborato da Coldiretti su dati Ismea.
Quasi 1 consumatore su 10 (9%) per il menu della Vigilia o di Natale ha fatto ricorso all’asporto o alla consegna a domicilio: un vero record storico – sottolinea Coldiretti – per ristoranti, trattorie e agriturismi, oltre che una boccata di ossigeno in un periodo in cui si realizza quasi 1/5 del fatturato dell’anno. Ma le difficoltà restano, al punto che secondo Confcommercio il 14,4% di bar e ristoranti ha chiuso.
“Gli effetti – commenta Roberto Moncalvo, delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari di eccellenza, dal vino alla carne, dalla frutta alla verdura, dai salumi ai formaggi di alta qualità, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.
“Questa situazione di sofferenza porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 9,6 miliardi solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione” conclude il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.