Il calcio resta al centro del suo percorso professionale. Pierluigi Pardo l’ha iniziato nel 2001 entrando a Stream, il canale televisivo a pagamento poi confluito in Sky, seguendo il calcio inglese. Ma non è mai rimasto fermo dentro ai confini di una specializzazione. Si è interessato ad altre discipline sportive, ha introdotto un nuovo stile personalissimo nei commenti e nelle cronache, infine ha anche cambiato testate giornalistiche. È passato, ad esempio, da Sky a Mediaset Premium, dopo un trasferimento simile a un colpo di calciomercato. Dal 2013 al 2020, tra Canale 5 e Italia 1, è stato il mattatore di “Tiki Taka”, il popolare “talk show” di calcio: un grande successo che gli ha permesso di mostrare al pubblico tutta la sua capacità istrionica, a partire dalle imitazioni fino a quel momento riservate a una ristretta platea composta essenzialmente dai colleghi giornalisti durante le trasferte al seguito delle partite in Italia e nel mondo. Quell’esperienza si è da poco conclusa ma a Pardo è rimasta la voglia di esplorare nuovi orizzonti, fuori dalle partite di calcio. Per esempio, nel mondo dell’enogastronomia. Ma non solo. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo: “Lo stretto necessario”, edito da Rizzoli, dove il calcio fa da sfondo (ambientato durante i Mondiali del 2006), ispirato alle opere di Nick Hornby. L’estate scorsa è stato ospite con la collega Diletta Leotta del Festival della Tv a Dogliani, l’occasione per tornare in Piemonte e nelle Langhe da lui predilette, non a caso destinazione ricorrente di tante sue vacanze.