«Il mio più bel gol è stare vicino alle società»

Bilanci e progetti di Christian Mossino, presidente-bis del calcio piemontese

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Sono giornate intense per il calcio piemontese e valdostano, un movimento che, oltre per i ri­sultati sportivi, si distingue per la sua grande valenza sociale. Nei giorni scorsi, infatti, si sono svolte le elezioni per scegliere il nuovo Comitato regionale Piemonte Valle d’Aosta Figc-Lnd. Nel prossimo quadriennio, a guidare il “pallone” nelle due regioni sarà ancora il torinese Christian Mossino, confermatosi presidente dopo aver battuto la concorrenza di Filippo Gliozzi, il quale, come ha scritto in una nota, si è ritirato dalla corsa dopo aver riscontrato nella maggioranza dei presidenti la volontà di «dare continuità al mandato di Mossino».

Presidente Mossino, la domanda è d’obbligo: immaginava un epilogo del genere?
«Di fronte al ritiro del candidato Gliozzi, che ha rinunciato in maniera responsabile e matura, le società sportive si sono dimostrate fortemente compatte e unite, riaffidando, nel segno della continuità, a me e alla mia squadra l’onere e la responsabilità di se­guirle anche nel prossimo quadriennio. Per questo la vittoria è tutta loro».

Qual è il risultato conseguito dalla sua squadra che probabilmente ha fatto la differenza?
«Nel precedente mandato, ab­biamo concretizzato diversi progetti, a partire dal potenziamento della comunicazione. Il più significativo è stato l’acquisto della se­de per il Comitato regionale, un’o­perazione di cui si parlava da vent’anni ma che nessuno aveva mai portato a termine».

Perché è stata così determinante?

«Ci ha permesso di ottimizzare le spese. Questo risparmio, a sua volta, è risultato fondamentale per poter mantenere invariati i ca­noni a carico delle società, pur a fronte di una diminuzione sensibile del numero di squadre iscritte».

È quindi soddisfatto dello stato di salute economica del calcio piemontese e valdostano…
«Quello che si è appena concluso è il terzo anno consecutivo in cui, grazie a un’oculata gestione fi­nanziaria, riusciamo a redi­stribuir­e tra le società delle categorie inferiori denaro risparmiato. Tale atteggiamento ci ha consentito anche di “restituire” alle società la somma complessiva di 450 mila euro per la gestione dell’emergenza sanitaria».

Il progetto che invece non è ancora riuscito a realizzare?

«Sarà la priorità del nuovo mandato: la revisione del “format” agonistico riguardante il settore giovanile e, in particolare, il riconoscimento a livello regionale dei titoli conseguiti, nella stagione precedente, a livello provinciale. Se il governo centrale non attuerà una riforma, ci confronteremo con tutte le società per individuare la soluzione più adatta».

A proposito, quali azioni intraprenderete per essere ancora più vicini alle società?
«Costituiremo un vero e proprio sportello di assistenza, attraverso il quale, tra le altre cose, provvederemo a informare le società circa la possibilità di partecipare a bandi di finanziamento europei, nazionali e regionali. In parallelo, continueremo a garantire assistenza su più temi, tra cui: l’impiantistica, con l’ingegner Pier­luigi Avattaneo; le problematiche legali, con l’avvocato Stefano Co­mellini e le questioni fiscali, con la tributarista Elisa Candido».

Oltre alla questione sul “format” del settore giovanile, quali sono le altre partite aperte a livello nazionale?
«Ci impegneremo con tutte le no­stre forze per fermare la proposta di legge del ministro per lo sport Vincenzo Spadafora, con la quale si intendono equiparare calciatori e collaboratori delle società dilettantistiche a veri e propri di­pen­denti. Queste realtà si basano esclusivamente sul volontariato e hanno una grande valenza sociale ed educativa. Un provvedimento del genere ne stravolgerebbe la natura, decretandone probabilmente la chiusura. Inoltre, ci batteremo perché le quote versate dalle società restino a disposizione del Comitato regionale, senza che debbano essere prima trasferite al Co­mitato nazionale».

Avreste la forza di gestire queste risorse?

«Sì, lo confermano i risultati riportati nel bilancio sociale integrato».

Il gol più importante da segnare?
«Portare avanti il progetto fermato dal Covid che ci permetterà di lavorare capillarmente su tutto il territorio regionale, assicurando alle singole società, provincia per provincia, il nostro supporto in termini di organizzazione, gestione amministrativa, sanitaria e, ovviamente, sportiva, come avviene nell’ambito dei Centri tecnici federali. In generale, vogliamo garantire sempre più servizi alle società, tutelare e valorizzare il Settore Giovanile e Scolastico e alimentare la crescita del movimento femminile».