Un percorso a ostacoli di cui si intravede la fine

In attesa che si concludano le opere, abbiamo ricostruito la storia dell’autostrada Asti-Cuneo

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Dal 2012 la fotografia dell’Au­to­strada A33 A­sti-Cuneo, “la gran­de incompiuta”, definita anche la “Salerno-Reggio Calabria del Nord”, è il moncone che finisce nel nulla all’altezza di Che­rasco. Con la firma, il 2 gennaio scorso, dei decreti che sbloccano le convenzioni per le società Asti-Cuneo e Satap, potranno riprendere i lavori, in particolare, del lotto 2.6 (“Roddi-Diga Enel”), aprendo un nuovo capitolo della lunga storia di quest’opera, ferma da più di otto anni.
La storia dell’Asti-Cuneo risale infatti già agli anni ’60, anche se è alla fine degli anni ’80 che partono le prime iniziative per realizzarla. Con la legge numero 295 del 3 agosto 1998 vie­ne deciso il finanziamento, ma bisogna aspettare il 2000 per l’avvio ufficiale dei lavori, quando, dopo problemi di legittimità della concessione iniziale alla Satap, l’Anas, formalmente incaricata della realizzazione dell’opera, bandisce una gara europea per la ricerca di soci privati. Il 1° marzo 2006 viene costituita la società Auto­strada Asti-Cuneo Spa, il cui 35% è partecipato dall’Anas, e la convenzione di progetto per l’autostrada diventa efficace l’11 febbraio 2008.
Si arriva al 20 febbraio 2012, con l’apertura del tratto di 14 chilometri compreso tra Cuneo e Sa­nt’Al­ba­no Stura. Co­me spiegato dall’Anas ai tempi, l’opera inaugurata dalla società Asti-Cuneo fa parte del 1° tronco compreso tra lo svincolo “Mas­si­mini” (sull’Autostrada A6 To­rino-Savona) e Cuneo, lungo 32 chilometri, e si aggiunge ai sette lotti, di lunghezza complessiva di 39,505 chilometri, già realizzati dall’Anas nel 2008 (il primo tratto di 11 chilometri, tra “Massimini” e Sa­nt’Al­bano Stura, è stato aperto il 29 luglio 2005) portando a 53 i chilometri percorribili. Nel 2012, quindi, restano da completare il lotto della circonvallazione di Cuneo nel 1° tronco e 5 lotti del 2° tronco dell’autostrada, compreso tra lo svincolo di Marene (sull’Autostrada A6 Torino-Savona) e lo svincolo di Asti Est (sull’Autostrada A21 Torino-Piacenza-Brescia) e, in particolare, i lotti 2.5 e 2.6 nel territorio di Alba. Il lotto 2.6 avrebbe dovuto essere avviato entro la fine del 2012.

Problemi in fase di progettazione ed esecuzione
Malgrado gli annunci, i lavori dell’Asti-Cuneo si interrompono, tra contestazioni e problemi di sostenibilità finanziaria che emergono e portano alla revisione del progetto, con in mezzo cambi di Governo (dal 2012 a oggi si sono avvicendati sei Governi in tre legislature) e l’intervento della Com­mis­sio­ne Europea. Il 28 giugno 2017 il Ministero dei Trasporti, in risposta a un’interrogazione al­la Camera sul progetto di com­pletamento dell’opera, che si articola nei lotti 1.6 “Tan­genziale di Cuneo”, 2.1dir “Tangenziale di Asti” e 2.6 “Roddi Diga-Enel” comprensivo del raccordo funzionale con la tangenziale di Alba, comunica che è stata raggiunta un’intesa e che, per realizzare il lotto 2.6, è previsto un tracciato diverso da quello originario: si adotterà una soluzione con tracciato all’aperto, in sostituzione di quello in galleria, con un fi­nanziamento incrociato (“cross financing”) da parte del­la concessionaria Sa­tap, affidataria del­l’Autostrada A4 To­rino-Milano e fa­cen­te parte dello stesso gruppo di Au­tostrada Asti-Cu­neo, a favore della A33. Il 27 aprile 2018 la Com­mis­sione Europea rende poi noto di aver approvato, in base alle norme Ue sugli aiuti di Stato, il piano del Governo che prevede, appunto, il finanziamento del completamento dell’Asti-Cu­neo a carico della Sa­tap. Con delibera del 1° agosto 2019, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) approva il nuovo schema di finanziamento, con il modello concessorio incrociato. Co­me spiega il Mit, non si prevede, a differenza dello schema elaborato dal precedente Go­verno, una proroga della concessione dell’A4, che scadrà quindi nel 2026, e si anticipa al 2031 la scadenza della concessione della A33. Ciò significa che nel 2026 verrà bandita una gara unica per entrambe le concessioni, seppur con una data di inizio concessione diversa.
Per quanto riguarda il lotto 2.6 “Roddi-Diga Enel”, che consentirà di completare il tratto autostradale da Alba e Cherasco e oggetto di particolare interesse da parte degli enti territoriali, il progetto viene diviso in due parti: una immutata rispetto a quanto approvato nel 2012, dove possono essere aperti i cantieri, e un’altra variata, dove il tracciato passerà ai piedi del versante collinare di Verduno e non più in galleria. Nei fatti, però, complice anche il nuovo cambio di Governo prima e la pandemia poi, lo sblocco dei lavori non è così immediato.

La situazione attuale

Bisogna infatti aspettare il pe­riodo post primo “lockdown” del 2020 per superare lo stallo. Il 14 maggio 2020 il Cipe approva, con delibera pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 ottobre, l’aggiornamento dei piani finanziari relativi alle società concessionarie A33 e A4, con un modello che il Mi­nistero definisce pienamente coe­rente con la normativa na­zionale e comunitaria. I lavori sbloccati assicurano il collegamento diretto tra Bra e Asti, congiungendo le tratte già realizzate sui due fronti. Per completare l’opera, da eseguire en­tro i prossimi quattro anni, è prevista una spesa di 350 mi­lioni di euro. Il cronoprogramma, allegato al nuovo “At­to convenzionale”, prevede l’immediato avvio dei lavori per il lotto “Roddi-Diga Enel”, oltre all’adeguamento della tangenziale di Alba e alle interconnessioni con la viabilità locale.
L’infrastruttura garantisce la razionalizzazione della viabilità di interconnessione tra la Sp7 Verduno-Bra, la Sp662 Ma­rene-Bra e la Ss231 Mare­ne-Fossano-Bra. L’opera si col­le­ga poi alle reti di grande co­mu­nicazione interregionale (A6 Torino-Savona, A21 Tori­no-Piacenza) e ai corridoi internazionali attraverso la A4 e la A5. L’“Atto convenzionale” del­la Satap A4 Torino-Milano prevede interventi di riqualificazione autostradale e istallazione di impianti tecnologici per una spesa complessiva prevista di 150 milioni di euro da eseguire nei prossimi quattro anni. Gli “Atti convenzionali” approvati recepiscono inoltre il nuovo regime tariffario secondo le regole dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti improntate al principio del “price cap” con l’applicazione di pedaggi direttamente correlati ai costi effet­ti­va­men­­te sostenuti.
Il 4 agosto 2020 viene consegnato alla ditta costruttrice il cantiere del lotto 2.6b “Alba-Verduno”: la prima fase prevede l’avvio dei lavori preliminari. Il resto è storia di ieri: nel corso del vertice svoltosi a no­vembre in videoconferenza tra il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Mi­cheli, il presidente della Regione Pie­monte Alberto Cirio, l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi e i rappresentanti istituzionali dei territori, De Micheli ha garantito la firma, poi avvenuta il 2 gennaio di quest’anno, dei decreti interministeriali controfirmati dal Ministro del­l’economia, che sbloccano le convenzioni consentendo il completamento del collegamento autostradale. La tratta da realizzare è quindi divisa in due lotti (2.6a–2.6b) per un’estensione totale di 9,8 chilometri. La tratta 2.6b interessa i Comuni di Alba, Roddi e Ver­duno e già possiede i provvedimenti approvativi; i lavori possono essere svolti in due anni. Contestualmente si procederà all’approvazione del lotto 2.6a e alla successiva esecuzione che sarà conclusa en­tro il 2024.