Quest’anno i Cheraschesi celebrano il GIORNO DELLA MEMORIA in modo sommesso a causa dei limiti imposti alle pubbliche manifestazioni dal COVID-19.
Non ci saranno incontri pubblici per ricordare le vittime dell’odio razziale nazifascista, ma la Città non vuole far passare nel silenzio la memoria di milioni di Ebrei e di quanti persero la vita a causa delle violenze perpetrate nei campi di sterminio disseminati nei territori dell’Europa occupati dai nazisti.
Il 27 gennaio 1945 quando le truppe russe liberarono il campo di sterminio di Auschwitz il mondo vide e capì come, forse, non aveva fatto prima, a quale abisso di bestialità può portare l’odio verso coloro che si credeva diversi.
Il sindaco Carlo Davico invita i cheraschesi a unirsi nel ricordo, facendo memoria di quanto la barbarie nazifascista ha potuto compiere nella civile Europa, chiudendo il cuore alla pietà verso bambini, donne, uomini, anziani.
Anche Cherasco, con la deportazione e uccisione di due sue concittadine, Mirella Segre e Marietta Foa, non è stata risparmiata da questa inaudita violenza. «Per noi cheraschesi, pertanto, – dice Carlo Davico – si impone oltre che ricordare, anche vigilare e soprattutto operare, affinché queste violenze e questo odio non abbiano più a ripetersi.
Cherasco, Città della Pace, sappia sempre essere esempio di tolleranza, sappia contrastare ogni forma di discriminazione, per evitare la nascita di comportamenti, che di fatto, portano a considerare diverso chi non condivide pienamente la nostra cultura, religione, idea politica».
Questo è il grande valore nella GIORNATA DELLA MEMORIA che Cherasco vuole comunicare, sottolineando che molti secoli di convivenza con la Comunità Ebraica, presente nella nostra Città sin dal 1547, hanno rappresentato un modello di coesistenza nel condividere pacificamente una storia plurisecolare.
«A questa Comunità, che più di altre, ha sofferto e patito dell’odio razziale – aggiunge il primo cittadino cheraschese – la nostra piena vicinanza, con l’auspicio che l’amicizia e la fratellanza che unisce ogni uomo possa perdurare e crescere nel rispetto dei valori nei quali crediamo e nei quali vogliamo convivere».
Con tale Comunità è stata concordata una cerimonia, limitata nel numero di partecipanti al cimitero israelita quale gesto di amicizia e solidarietà.
«Permettetemi un suggerimento ai nostri ragazzi – conclude il sindaco Davico – leggete i libri che narrano cosa è successo, guardate i film che spiegano a cosa sono stati obbligati i deportati, in modo da imparare dal passato per non permettere che l’umanità sbagli nuovamente. Non dimentichiamo gli orrori del passato e impariamo a non tralasciare i segnali di intolleranza, odio, razzismo e prepotenza che si insinuano nella nostra quotidianità».
c.s.