In merito alla protesta del personale di cucina della casa di riposo “Ospedale di Cherasco” e dopo le dichiarazioni rilasciate dai sindaci Carlo Davico (Cherasco) e Paola Sguazzini (Narzole) , abbiamo contattato Giovanni La Motta: segretario generale della UIL F.P.L. Enti locali e Settore Sanità della provincia di Cuneo .
“Il sindaco Carlo Davico ha dichiarato che c’erano delle problematiche in cucina, noi non siamo a conoscenza di questi problemi e la notizia ci sorprende. Ci fossero stati dei problemi e sapendo che c’è un’organizzazione sindacale, si può chiamare l’organizzazione o le organizzazioni e caso mai riorganizzare. Se la soluzione è quella di esternalizzare, ad ogni problema, allora il problema non è più nella cucina, ma semmai a livello direzionale.
Cito testualmente il comunicato della struttura: ‘questa scelta rappresenta la soluzione migliore per la tutela normativa degli attuali dipendenti della casa di riposo, addetti al reparto cucina’. Allora io mi chiedo, se è la soluzione migliore, perchè non dare pari dignità agli altri lavoratori. Sappiamo, invece, che non è così. Io credo che ci sono stati dei problemi, o non sono stati affrontati, o non si sono saputi affrontare ed è stato utilizzato il metodo di Ponzio Pilato, ovvero quello di lavarsene le mani ed esternalizzare. Questa non è la cosa migliore, in un momento dove la fidelizzazione dei dipendenti è la cosa principale.
La protesta di ieri mattina, davanti ai cancelli della casa di riposo, rappresenta la disperazione. L’esternalizzazione è un preludio ad un dumping contrattuale o alla riduzione della qualità. A parità di costo di lavoro e a parità di qualità del prodotto, sicuramente ci saranno dei costi maggiori. Addirittura si parla di un supervisore. Lo vedo come un arrampicarsi sugli specchi.
Invito l’Amministrazione comunale cheraschese ad aprire un tavolo e valutare un eventuale passo indietro e se ci sono dei problemi li affronteremo insieme. Il sindacato è il primo a dire, risolviamoli“.