Nei giorni scorsi è arrivata la richiesta di archiviazione per la posizione di Massimo Borrelli nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta a Bra. Oltre duecento giorni sono trascorsi dalla notifica dell’avviso di garanzia alla notizia della sua estraneità ai fatti. Un tempo durante il quale l’allora assessore comunale ha vissuto sospeso.
Massimo, come ricorda la mattina del 30 giugno 2020?
«Mai più mi sarei aspettato di ricevere un avviso di garanzia. Credo di aver dedicato 21 anni della mia vita alla mia città, credo di aver anteposto il ruolo di amministratore a moltissime cose che mi hanno riguardato in prima persona. Sempre, con lo sguardo rivolto al meglio per Bra. Quella notizia, alle 7,30 di quel giorno, è stata una dura botta che è arrivata del tutto inattesa, per il tanto lavoro fatto con impegno e serietà».
Il momento più difficile di questa vicenda?
«Al di là della questione giudiziaria che ha meritato tutte le attenzioni del caso, c’era la consapevolezza di non aver fatto nulla di male e nulla di grave. Consapevole, e consapevoli chi mi stava vicino, che il tempo avrebbe chiarito la mia posizione. Quello che mi ha fatto più paura e di conseguenza ferito, sono state le persone che hanno utilizzato un momento di così grande mia difficoltà per dare giudizi affrettati sul mio conto. Probabilmente, l’hanno fatto per avvantaggiarsi dal punto di vista politico, perché credevano che potesse esserci chissà quale evoluzione. La cattiveria umana va oltre ogni limite e certe frasi, certe parole, sono state davvero molto difficili da mandare giù e da gestire. Sì, mi ha spaventato molto la cattiveria».
In questi mesi che ruolo hanno avuto le persone a lei più care?
«In tanti hanno cercato di starmi vicino. Mi sono aggrappato molto al lavoro, agli amici di Slow Food che mi hanno manifestato grande vicinanza e grande presenza. Ovviamente, la mia famiglia e i tanti amici. Spesso mi sono trovato da solo e in quei momenti è stato complicato gestire quello che stava succedendo. Nell’ambito politico, in tanti, dal Sindaco, agli assessori, ai consiglieri, hanno cercato di starmi accanto. Io per primo, però, ho voluto staccarmi dal mondo politico. E sono stato io, spesso, a tenermi lontano da chi voleva avvicinarsi».
Le sue dimissioni hanno interrotto il suo mandato da assessore comunale. Quanto le è dispiaciuto dover abbandonare il percorso iniziato?
«Qualche mese prima delle elezioni del 2019, avevo manifestato la volontà di fermarmi rispetto a questa esperienza cittadina. Dopo quattro mandati da consigliere e poi assessore, negli ultimi 10 anni, mi rendevo conto di essere stanco riguardo all’attività che stavo facendo. Ho sempre pensato che, siccome questa attività si porta avanti se uno si sente motivato tantissimo dal farla, magari sarebbe stato opportuno lasciare spazio a qualcun altro. Mi ero fatto convincere e mi ero convinto, perché per me la politica è sempre stato un elemento fondamentale. Stavo cercando di continuare nel solco che avevo intrapreso negli ultimi 10 anni. Ho continuato a far crescere la nostra città, nelle deleghe che mi erano state affidate e nell’interesse di Bra. Purtroppo, è arrivato questo brusco stop che ha fermato il lavoro che stavo facendo. Ma è successo e ne ho preso atto».
Da dove ricomincia Massimo Borrelli?
«In questo momento non è definibile. Il mio lavoro con Slow Food continua in maniera ininterrotta. Rispetto alla politica, credo che si è concluso un ciclo, un percorso, che mi ha visto impegnato. Adesso non ritengo una priorità il tornare a rivestire ruoli in città e non sono interessato a farlo. Ovviamente sono molto attento alla politica nazionale e locale, che rimane un pezzo importante della mia vita. Se ci sarà bisogno di un contributo, di un suggerimento, lo farò molto volentieri. Non ho progetti o ambizioni, adesso».
Il lavoro dell’Amministrazione comunale, a suo giudizio, com’è proseguito in questi mesi?
«La prima parte del percorso amministrativo sotto la guida del sindaco Gianni Fogliato, è stata fortemente condizionata dallo scoppio dell’emergenza Covid-19. Tutta una serie di progetti, idee e iniziative che erano in cantiere fin dall’inizio del mandato, hanno dovuto rallentare e altri fermare. Sono stati mesi duri, ma credo che il sindaco Fogliato e la Giunta li abbiano gestiti bene, compatibilmente alle loro competenze e tenendo conto del contesto. Credo che sarà importante, prossimamente, rilanciare l’azione (come Amministrazione) su molti temi. Sui rifiuti, ad esempio, si è proseguito con forza e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato in quella direzione. Ci sono tantissimi obiettivi che si possono raggiungere. Un occhio di riguardo va dato a chi soffre e chi soffrirà, anche se tanto è stato fatto. Penso al blocco dei licenziamenti. Penso a coloro che potrebbero perdere il posto di lavoro ed andare incontro ad enormi difficoltà».