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Le nuove leve si fanno carico del loro Roero

Un gruppo di giovani si sta mettendo in moto per il territorio, tra ambiente e partecipazione

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Un nome parecchio evocativo (“Roc­che’n Roll”) e una definizione: “Gio­va­ni uniti per il territorio”. Più che un sottotitolo, una dichiarazione d’intenti: per un gruppo che si affaccia sulla scena delle sorti della sinistra Tanaro con tutta la voglia di fare delle nuove generazioni. O meglio: che do­vrebbero avere i “nuovi adulti”. Se tra loro si cela qualche futuro, possibile leader per la politica e l’economia delle nostre colline, solo il futuro potrà dirlo e poco importa se gli intenti sono “alti” anche sopra il rigo, tra le buone intuizioni e qualche aspirazione già sentita in passato. Forse è la volta buona per mettere in pratica i voli celesti di un tempo, sfiorati in esperienze condivise come l’estinta Comunità Col­linare “svanita” nel 2009, anche un po’ frettolosamente.

Ciò che conta è che nel Roero, c’è gente giovane, nuo­va e fresca se si guarda la carta d’identità, e che vuole fare una delle cose per cui ha senso stare al mon­do, ossia impegnarsi per i luoghi di vita quotidiana.
La sinistra Tanaro vista con gli occhi di un gruppo che nasce innanzitutto dagli interessi dei suoi componenti sul fronte ambientale e naturalistico è “polmone verde del Pie­monte”. Ragazzi e ragazze che vivono il loro territorio, provenienti da più Comuni, che intendono spendersi a favore di quest’area. «C’è chi ama fare passeggiate, chi trascorre le giornate in mountain bike», dice il portavoce Ce­sare Taliano, montatese “doc” «e chi fa parte di altre associazioni: come le “Sen­tinelle ecologiche del Roero”, chi è scout, o chi da anni pulisce sentieri e boschi».

Tanti pensieri, uno scopo unico: la volontà di appoggiare un’iniziativa esistente. Quale? Il progetto “Salvarocche”, concepito come un bambino fortissimamente voluto: nella capitale del pesco, da un’assemblea di Ca­nale Ecologia, vissuto in sincrono con le associazioni Comune­roero e Asfodelo di Pocapaglia, e con realtà istituzionali quali il Parco Forestale del Roero di Sommariva Perno, l’Ecomuseo delle Rocche di Montà, e le sezioni di “Italia Nostra” di Alba e Bra, la stessa Pro Loco di Montà. Nel 2019, a partire da un appello e da un’assemblea tenuta a maggio nel castello di Cisterna d’Asti, si invitarono i sindaci uscenti a sottoscrivere un protocollo d’intesa per creare un’area di salvaguardia della dorsale delle Rocche. Vi aderirono Canale, Montà, Cisterna (ok, è fuori dalla provincia di Cuneo: ma è terra storicamente e geologicamente roerina sino al midollo), Montaldo Roero, insieme a Santo Stefano Roero, Corne­liano, Piobesi, Bra, Baldissero d’Alba, Sommariva Perno e Sanfré.

“Rocche ‘n Roll”: difensori, ma anche attaccanti, nell’ideale rettangolo verde tra le nostre colline. Si coglie la voglia di proporre, più che di essere antagonisti: “pro” e non “contro”, come tante volte è accaduto negli anni a chi portava avanti i temi ecologisti o semplicemente d’interesse collettivo. Anche perché di cose da fare ce ne sono molte e i ragazzi lo spiegano, partendo dalla situazione esistente: «La zona naturale di salvaguardia, già presente su una parte di questo territorio, costituisce il minimo livello di tutela previsto dalla legge regionale e assolverebbe a un ruolo di difesa del territorio, creando un “polmone verde di compensazione” senza introdurre ulteriori vincoli per i Comuni». Che è poi una rassicurazione concreta, al primo timore che si genera quando si parla di tutela del paesaggio, e pure di Unesco.

Già, l’Unesco: i giovani non nascondono come tutto ciò, richiamando potenzialmente un “turismo qualificato”, muo­va nell’ottica di un’integrazione effettiva della sinistra Tanaro nel quadro del patrimonio di Langhe-Roero e Monferrato. «L’esistenza dell’attuale area protetta Z2, risalente al 2003, che coinvolge sei Comuni e tutela boschi e rocche, testimonia l’attenzione che già in passato la Regione ha conferito al Roero», aggiungono i ragazzi.

Ora, il gruppo “Rocche ’n Roll” si propone di dare continuità a quello che diversamente sarebbe solo un foglio di carta, per quanto ufficiale, firmato in taluni casi da cittadini che poi (per limiti di mandato, o per ritiro dalla politica locale: comunque, in nessun caso, “sconfitti” alle urne) cedettero la proverbiale fascia tricolore. Questo sodalizio vorrebbe essere un organo di garanzia, per certi versi; facendo ciò che non avvenne ad esempio nel 2012 all’epoca della stesura della cosiddetta “Carta di Vezza” che pose obiettivi di ampio respiro per i Co­muni, le associazioni e le realtà istituzionali del Roero. A ragion veduta, al di là delle belle idee, si trattò di uno spunto buono solo per un paio di titoli ad effetto sui giornali locali. Tutto ciò per dire una cosa: è molto difficile riforgiare un senso di coordinamento per ciò che accade nel Roero. Ma è possibile: serviva (e serve) una svolta, e probabilmente arriva in un periodo imprevedibile e complicatissimo come quello di un’e­mer­genza sanitaria. «Noi giovani», dicono i diretti interessati, «te­niamo alle Roc­che e vogliamo che siano rispettate e riconosciute. Le associazioni, i volontari, le iniziative in campo am­bientale non mancano, qui: ci sembra, però, che manchi un microfono collettivo che sappia unire l’impegno e le forze di tut­ti i Comuni. Crediamo profondamente nella collaborazione».

BaNNER
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