L’Unione Montana Valle Varaita esprime solidarietà ai lavoratori del turismo montano, in particolare agli imprenditori attivi nella gestione delle stazioni sciistiche di Pontechianale e Sampeyre.
Dopo mesi di incertezze e difficoltà, dopo il periodo delle vacanze di Natale trascorso con gli impianti di risalita chiusi perché lo sci alpino avrebbe potuto essere un potenziale veicolo di maggior diffusione del contagio, ieri, lunedì 15 febbraio, il comparto turistico invernale avrebbe dovuto vivere la giornata di riapertura, per provare a salvare la stagione. Per arrivarci, gli operatori del settore dello sci da discesa avevano dovuto programmare: battere le piste, stipulare contratti di lavoro stagionali, effettuare gli approvvigionamenti di generi alimentari necessari per chi vuole pranzare o fare una pausa per bere un caffè. Chi gestisce le stazioni sciistiche si era inoltre premurato di mettersi in regola con quando disposto per permettere le riaperture, ad esempio acquisendo software per la vendita online dei biglietti: un lavoro e un investimento non indifferenti.
Tutto ciò è stato vanificato da un’ordinanza governativa emessa nel tardo pomeriggio di domenica, a poche ore dalla tanto agognata (e programmata sulla base delle indicazioni ricevute in precedenza dal Governo) riapertura delle piste, senza alcuna concertazione con le Regioni e gli enti del territorio montano.
“Pochi giorni fa – ricorda il Presidente dell’Unione Montana Valle Varaita, Silvano Dovetta– accoglievamo con soddisfazione la notizia che il Consiglio Regionale del Piemonte aveva destinato alla montagna le risorse nazionali affidate alla Regione con il Decreto “ristori quater”, 20,5 milioni di euro, affiancando a quella somma un ulteriore ristoro regionale a beneficio di tutte le attività del comparto. Sembrava l’inizio della risalita per chi si occupa di turismo montano e invece ora è arrivata questa doccia fredda, che stupisce anche e soprattutto per le modalità con le quali è stata comunicata. Oltre al danno di non poter riaprire nonostante gli investimenti fatti per mettersi in regola e allestire tutto quanto, ora i gestori degli impianti subiranno anche la beffa di dover impiegare ulteriore tempo e lavoro per restituire i soldi incassati con la prevendita dei biglietti».
Nel comunicato con cui si annuncia lo stop alle attività sciistiche, il Governo si è impegnato a compensare al più presto gli operatori “con adeguati ristori”: «ma per gli operatori del settore e per la montagna in generale– conclude Dovetta– questa chiusura è un altro duro colpo. Da parte del nostro Ente, massima solidarietà agli imprenditori attivi nella gestione delle stazioni sciistiche di Pontechianale e Sampeyre e a tutte le famiglie che speravano in questa riapertura per poter tornare a lavorare».
cs