“Chiediamo rispetto e ristori”: il Popolo della Montagna scende in piazza a Cuneo (GUARDA LE FOTO e i VIDEO)

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Un grido di dolore, allarme, ma anche di riscatto. Il Popolo della Montagna è scesa in piazza questa mattina a Cuneo per manifestare a gran voce dopo la conferma della chiusura degli impianti sciistici fino al 5 marzo, con un danno ormai irreversibile per la stagione invernale 2020-21, ormai compromessa.

La maggiore contestazione non verte sul merito delle decisioni (“La salute è sacra”), ma per il metodo, dopo la comunicazione della proroga delle chiusure, ricordiamo, lo scorso 14 febbraio, a 12 ore dalla annunciata riapertura del settore. Non mancava nessuno, davanti alla sede di Cuneo Neve, promotrice dell’iniziativa, in Corso Dante: vi erano i rappresentanti degli impianti di risalita della provincia, da Garessio, Rucas, Viola ST.Gree, San Giacomo di Roburent, Frabosa Soprana, Artesina, Prato Nevoso, Lurisia, Entracque, Limone Piemonte, Sampeyre, Pontechianale e Crissolo; vi erano i sindaci delle località sciistiche (come Frabosa Sottana, Frabosa Soprana, Roburent, Limone Piemonte, Garessio, ma anche Mondovì); le istituzioni provinciali e regionali, le associazioni di categoria, dai commercianti, agli agricoltori, agli artigiani.

Così Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve e promotore dell’evento: “Quella di oggi è una manifestazione non politica, pacifica, per protestare per il trattamento che abbiamo ricevuto. Non solo le stazioni sciistiche, punta di un iceberg, ma anche tutto l’indotto che vi è attorno: una filiera che vede gli operatori, i maestri di sci, i ristoratori, gli albergatori e tutti coloro che lavorano per la montagna. Quello che è accaduto lo scorso 14 febbraio è stata una grande mancanza di rispetto per tutti coloro che vivono la montagna. Chiediamo al nuovo Governo rapidità con i ristori per tutti coloro che partecipano alla vita della montagna e la condivisione delle strategie“.

Con un annuncio: la preparazione e l’invio di una lettera congiunta che verrà consegnata al Prefetto di Cuneo e diretta al nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi dove “vengono sottolineati i nostri punti, sperando che porti a qualcosa di concreto, all’essere considerati uomini, attività, imprenditori della montagna, senza essere presi ancora in giro“.

Fra le categorie più danneggiate, senza dubbio, quella dei Maestri di Sci: “Siamo la categoria più penalizzata. Siamo fermi dal 9 marzo del 2020, da un anno siamo a fatturato zero. – così Pierpaolo Ballaré, direttore della Scuola di Sci di Limone Piemonte – Mai come quest’anno si è capito come la montagna, senza gli impianti, sia morta. Dobbiamo combattere, uniti, farci sentire ed evitare che ci dimentichino fra tre giorni: abbiamo bisogno che arrivino veramente i ristori, questa volta“.

Tanti i primi cittadini che si sono susseguiti, dal “palco” organizzato sul balcone della sede di Cuneo Neve. Senza dubbio, fra gli interventi più accorati, quello del sindaco di Limone Piemonte Massimo Riberi, alla guida di un comune che ha vissuto un 2020 drammatico, colpito dall’alluvione di ottobre e dalla mancata partenza della stagione turistica: “La decisione del Governo di tenere chiusi gli impianti di risalita, a poche ore dall’apertura prevista, è stato un ko letale per noi, un fulmine a ciel sereno. Non contesto il merito, ma il metodo, vergognoso: non c’è rispetto per la gente, per il popolo della montagna. Il Governo, se vuole rimediare, deve aprire i cordoni della borsa, ne abbiamo abbastanza”.

A chiudere la manifestazione, con un lungo discorso, è stato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Lo sci, gli sport invernali, il turismo outdoor non sono solo una passione per chi la pratica, ma per chi vive la montagna sono un mestiere, un lavoro. La prima necessità che noi abbiamo come mondo del Piemonte sia quella di rivendicare che in Italia non ci sono un turismo di Serie A (quello del mare) ed un turismo di Serie B (la montagna): il turismo montano merita la stessa attenzione, dignità e gli stessi investimenti di quanto, giustamente, merita il turismo balneare. Noi piemontesi non siamo abituati a scendere in piazza, a protestare, ma siamo abituati a lavorare: se oggi scendiamo in piazza è perché non ne possiamo più. Penso che la politica, debba chiedervi scusa ed io, in quanto rappresentante della politica, vi chiedo scusa. Il Covid, è vero, è un problema internazionale, ma la gestione della pandemia e del mondo della montagna all’interno di essa, possa essere affrontata con una metodologia migliore, in modo da poter lavorare in sicurezza”.

Il Presidente della Regione vuole, però, guardare con nuovo ottimismo con la nascita del nuovo esecutivo: “Con il nuovo Governo siamo fiduciosi: si è impegnato per anticipare il più possibile (al mercoledì) le determinazioni dei “colori” delle regioni nella settimana successiva. Ma abbiamo chiesto anche certezze sui ristori: noi come Regione abbiamo dato il buon esempio, deliberando 5 milioni e 300 mila euro per il mondo dell’impiantistica, assegnando un contributo per gli insegnanti di sci ed abbiamo sostenuto con un intervento straordinario di 300 mila euro per gli sci club e gli atleti. Inoltre, è previsto un ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro, alle attività legate al mondo della neve: come le baite, i bar, i negozi. Sono fiducioso perché in questi primi passi il Governo si è dimostrato concreto“.

Per rivedere tutti gli interventi, ecco il VIDEO tratto dalla nostra diretta

Di seguito alcune testimonianze dei manifestanti, rappresentanti di categoria, che hanno partecipato.

https://fb.watch/3PpYivbmGE/