In prima linea, al fianco degli operatori del mondo della neve, c’è anche Confartigianato Cuneo. «Aver agito con così poco preavviso», ha commentato Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, «significa aver messo in difficoltà l’intero indotto del turismo montano: gli operatori degli impianti sciistici che hanno fatto sforzi per riaprire in sicurezza, alberghi e ristoranti che hanno affrontato spese di riscaldamento e si sono approvvigionati di materiale deperibile, magari assunto personale; ma anche molte altre imprese che di turismo vivono, da chi noleggia materiale ai manutentori degli impianti, dai meccanici ai servizi alla persona. Servono quindi immediati ristori». Ha aggiunto Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo: «Oltre 1.500 imprese artigiane cuneesi legate al turismo invernale si trovano con il lavoro ridotto al lumicino e con la prospettiva di una stagione ormai irrimediabilmente compromessa». Giorgio Felici, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente di Confartigianato Piemonte, ha affermato: «Occorre fare fronte comune per chiedere al Governo maggiore attenzione e più rapidità nelle azioni di ristoro». Anche Coldiretti è vicina al “popolo della montagna”. Il commento di Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo: «Serve un intervento strutturato e immediato di ristori che permetta alla montagna di superare la crisi e salvaguardare posti di lavoro e poterne creare di nuovi».