Il talento più puro del ciclismo maschile cuneese del Ventunesimo secolo. Non ci potrebbe essere definizione migliore per riassumere la figura di Diego Rosa, che, insieme ad Elisa Balsamo al femminile, rappresenta l’eccellenza del pedale cuneese degli ultimi anni.
Ecco perché il corridore di Corneliano d’Alba rientra a pieno titolo tra i venti sportivi più rappresentativi di questi primi vent’anni del Duemila, candidato di diritto al premio di Atleta del ventennio 2000-2020.
Classe 1989, la sua carriera inizia nel 2009 nel mondo della mountain bike, con i colori del Giant Italia Team. Nel 2012 il passaggio su strada alla Palazzago-Elledent-RAD Logistica, con cui vince il Giro del Friuli Venezia Giulia, consacrandosi tra i migliori Under 23 tricolori.
La prima società a credere in lui è l’Androni Giocattoli, che lo lancia tra i “pro” nel 2013 e lui ripaga la fiducia vincendo la classifica giovani al Giro del Mediterraneo e mettendosi in evidenza al Giro d’Italia di quell’anno.
Sono i presupposti ideali per la grande chiamata: quella dei kazaki dell’Astana, che lo ingaggiano per il 2015. Anche qui, la risposta è da campione: l’1 ottobre 2015 Diego vince la sua prima gara tra i “grandi”, trionfando alla 96esima edizione della Milano-Torino e alzando le braccia in solitaria sul traguardo di Superga.
Mani in testa e tanta emozione: Diego Rosa ora è tra i top del ciclismo internazionale e tutti, soprattutto in salita, dovranno fare i conti con lui.
Anche per questa ragione, il suo nome figura tra i gregari chiamati a sostenere il tentativo d’oro di Vincenzo Nibali, capitano della squadra azzurra alla prova in linea di Rio 2016. Diego fa il suo, Nibali scappa e la vittoria potrebbe essere alla portata, ma una caduta compromette un trionfo che avrebbe avuto anche i colori della provincia di Cuneo. “Un sogno, un orgoglio, una delusione” – la definì in tre parole il corridore di Corneliano.
Gli ultimi quattro anni lo vedono al via dei grandi giri, indossando le maglie nobili di Sky (2016-2019), Team Ineos e Arkea-Samsic.
“La scelta di correre in bici è arrivata davvero per caso. Avevo 12 anni, a scuola è arrivato un volantino che ci invitava a partecipare ad una gara di Mountain Bike ad Alba, nei giardini dietro all’enologica. Per gioco abbiamo deciso di partecipare in quattro o cinque compagni di classe. Io ho vinto e da lì ci ho preso gusto, tanto che non sono più sceso dalla bicicletta” – disse un giorno in un’intervista per l’associazione culturale cuneese 1000miglia.
Diciamo che chi realizzò quel volantino sarebbe quanto meno da ringraziare…