“MIAC di Cuneo: piano industriale o immobiliare?” | Il Movimento 5 Stelle chiede delucidazioni sulla gestione dell’area, sia nel merito che nel metodo: riceviamo e pubblichiamo

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Lunedì 13 marzo si è riunita presso la Sala Consiglio del Comune di Cuneo la I Commissione Consiliare con all’ordine del giorno l’analisi della situazione gestionale del MIAC.

Dopo una rapida e superficiale presentazione dei dati di bilancio, da cui è emerso che il passivo della società si è ridotto grazie ad un aumento delle tariffe a carico degli utenti (vale a dire gli allevatori ed i trasportatori del bestiame stesso) il resto della seduta è stato incentrato sull’illustrazione non delle prospettive di quello che era il core business (cioè del futuro dell’area mercatale) o delle modalità di rafforzamento e valorizzazione delle attività Agrifood di cui Miac si vanta essere forte sostenitore e promotore, grazie all’assorbimento (per quanto in affitto) della parte di Tecnogranda che gestisce il Polo regionale per l’Agroalimentare, ma sul futuro sviluppo immobiliare dell’area antistante.
E’ in fase di approvazione un nuovo PEC che renderebbe edificabile un’area di circa 175.000 metri quadri di proprietà dello stesso MIAC e di due note società immobiliari del territorio.

 

Si pongono a nostro parere diverse importanti questioni, di merito e di metodo.
Vorremmo intanto sapere quale sia l’apporto di attività e progetti del Polo Agroalimentare e quali le strategie di sviluppo che questo dovrebbe portare sul territorio. Date le proporzioni, anche in termini di personale, tale contributo dovrebbe essere addirittura prevalente rispetto alle “vecchie” attività del MIAC.
Ci chiediamo poi se Cuneo abbia bisogno di una nuova area commerciale/industriale quando non paiono mancare capannoni già esistenti inutilizzati con altri spazi che si stanno svuotando a causa del prolungarsi della crisi. Se la nuova vocazione immobiliarista del Miac si è resa necessaria per “tappare” i vecchi buchi di bilancio temiamo che invece finirà per scavarne di nuovi, viste le non proprio dinamiche prospettive del settore immobiliare.
Ci chiediamo inoltre come mai i terreni di prossima edificabilità siano già di proprietà di società immobiliari e non di agricoltori, vista l’attuale vocazione e destinazione agricola dell’area.
Infine, ad unire i pezzi del puzzle, il trasferimento in città della Grande Fiera d’Estate ci sembra a questo punto decisamente strumentale alla svolta immobiliarista del MIAC piuttosto che ad un rilancio della importante manifestazione.
In conclusione, invece di proporre un concreto piano industriale legato agli obiettivi statutari ed alle missioni assunte dal MIAC nell’ultimo anno, si punta come al solito a favorire la speculazione edilizia consumando ulteriore suolo fertile per un ritorno economico a breve termine per le casse comunali e quasi certe ulteriori perdite economiche strutturali per la società partecipata.
Per noi, un piano industriale credibile per il MIAC, dovrebbe assolutamente puntare a rafforzarne il ruolo nell’ambito dell’agroalimentare di qualità, mettendo insieme tanti pezzi sparsi in giro negli anni: in primis il Polo regionale, poi quel che resta di un Piano Territoriale Integrato che prevedeva lo sviluppo proprio in tale area di un centro per l’agroalimentare di qualità ed infine il discorso del distretto per l’ortofrutta, previsto fin dall’ormai lontano 2009. Insomma un significativo volano che metta insieme Università, imprese agroalimentari ed enti pubblici per lo sviluppo di un settore che è la vera vocazione del territorio cuneese.

 

MoVimento 5 Stelle Cuneo