Sempre in prima linea contro le discriminazioni, con la scrittura e l’attivismo politico

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Nadine Gordimer nasce in una città mineraria del Sudafrica nel 1923. Inizia a scrivere molto giovane, pubblicando i suoi primi racconti nel 1937: scriverà fino alla morte, avvenuta nel 2014. Cresciuta in una società multirazziale ma dominata dalla discriminazione, si trasferisce a Johannesburg a inizio anni Cinquanta, dove prosegue la sua attività di scrittrice, pubblicando principalmente su riviste sempre più importanti e imbastendo i primi contatti con intellettuali “anti-apartheid”.
Il suo primo romanzo “The lying days”, viene pubblicato nel 1953. Dal suo primo matrimonio, con Gerald Gavronsky, nasce Oriane (che dal 2002 vive a Briaglia); nel 1954 sposa invece Reinhold Cassirer, con il quale ha un figlio, Hugo. Negli anni Sessanta si avvicina decisamente al movimento “anti-apartheid”, diventando attiva nella politica sudafricana unendosi all’African National Congress. I suoi scritti trattano di questioni morali, politiche e razziali, in particolare degli effetti della discriminazione razziale e politica del­l’“apartheid” sulla società sudafricana. Molte delle sue opere sono messe al bando dal governo. Ma per Nadine Gordimer iniziano presto i riconoscimenti letterari internazionali, che fanno così conoscere le sue opere e di riflesso la situazione nel suo Paese. Mem­bro delle più importanti organizzazioni internazionali di scrittori, fondatrice del Congresso degli Scrit­tori Sudafricani, ha vinto premi letterari in tutto il mondo, dal Booker Prize al Nelly Sachs (Germania), dal Roma e Malaparte (Italia) al Bennet (Usa). Fino al Nobel per la letteratura, nel 1991: «Mia madre era a New York con Hugo», racconta la figlia Oriane, «Mio fratello ricevette una telefonata in piena notte e ne fu infastidito. Finché non capì che si trattava dell’organizzazione del Nobel che aveva deciso di assegnare il premio a mia madre. Nadine si svegliò il mattino dopo, aprì le finestre e vide una valanga di tv e giornalisti sotto le sue finestre. “Chissà cosa ci fanno lì”, disse stupita a Hugo. Che ridendo le rispose: “Mamma, sono per te: hai vinto il Premio Nobel!”».