Sobrietà, ricchezza di contenuti, attenzione ai particolari e partecipazione. Sono alcune delle parole chiave attorno alle quali si sviluppa l’attività della Guida, settimanale di ispirazione cattolica che dal 1945 si occupa di raccontare ciò che accade a Cuneo e nel territorio circostante. Abbiamo intervistato il direttore Ezio Bernardi.
Partiamo dall’attualità. Come si caratterizza la vostra informazione in epoca di pandemia?
«Come nostra consuetudine, stiamo continuando a occuparci di tutto in maniera il più possibile sobria e precisa. Per farlo ci teniamo alla larga da dibattiti e polemiche sterili, concentrandoci invece su un aspetto: porre l’accento sui fatti e sulle proposte che infondono speranza. Perché, oggi più che mai, c’è bisogno di essere pazienti e mantenere la calma, per quanto poca possa essere la fiducia».
Dove si possono scorgere i messaggi di speranza?
«Nelle nostre comunità. Mi riferisco alle comunità religiose, ma anche a quelle civili, che si caratterizzano per le loro reti di solidarietà particolarmente solide ed efficaci. In provincia di Cuneo, chi ha bisogno di vicinanza la trova».
Anche durante un’emergenza di questa portata?
«La pandemia disorienta, scoraggia e, per di più, obbliga a mantenere le distanze fisiche, ma noi cuneesi non dobbiamo mai dimenticare che al nostro fianco c’è sempre qualcuno. È questa la grande forza della Granda. E, poi, è sufficiente guardare fuori dalla finestra…».
Per scorgere cosa?
«Per apprezzare splendidi scenari naturalistici nei quali possiamo immergerci con la mente e, quando le norme lo consentono, anche con il fisico, vivendo escursioni rigeneranti. La pandemia ci ha fatto comprendere come il riavvicinamento alla natura possa costituire un valido sostegno».
I problemi portati o, in alcuni casi, accentuati dalla pandemia, però, sono opprimenti…
«Ha ragione. In questo momento, c’è tanta sofferenza. C’è chi soffre per problemi di salute, chi per problemi economici o lavorativi. Penso, guardando proprio al mondo del lavoro, agli operatori di turismo, accoglienza e ristorazione: bisogna essere quanto più possibile solidali nei loro confronti. Vanno anche capite le famiglie che protestano per la chiusura delle scuole: le necessità familiari devono essere tenute in considerazione».
L’Italia sta percorrendo la strada giusta?
«Durante l’emergenza, si sono verificate situazioni particolarmente caotiche e “disorientanti” per via del fatto che le Regioni, in molti casi, hanno agito, come peraltro prevedono alcune specifiche norme costituzionali, autonomamente. Mi pare che ora il premier Mario Draghi stia riportando un po’ di ordine, evitando che singole regioni possano fare “fughe” in avanti mettendo magari in campo soluzioni “fantasiose”… Il problema “coronavirus” va affrontato da tutt’altra prospettiva».
Quale?
«La lotta ai contagi e i piani vaccinali sono temi che vanno affrontati e gestiti a livello di Unione Europea, di cui, non dobbiamo mai dimenticarlo, il nostro Paese è parte integrante».
Anche i giornali giocano un ruolo chiave nella gestione della pandemia. Che responsabilità avverte?
«Dirigere La Guida è una grande responsabilità, a prescindere dall’emergenza in atto. Come ricordo spesso alla redazione e ai collaboratori, il nostro giornale è nato nel 1945 con l’obiettivo di essere al servizio del territorio e delle sue comunità. Ciò significa accompagnare famiglie e imprese, mantenendosi al passo dei cambiamenti e utilizzando gli strumenti di comunicazione più moderni».
Questo approccio come si declina in concreto?
«Offrendo punti di riferimento e diffondendo notizie capaci di andare oltre l’avvenimento in sé, stimolando così le persone a riflettere e confrontarsi tra loro».
Insomma, anche con l’edizione cartacea cercate di essere “social”…
«Riserviamo un ampio spazio ai lettori: le loro lettere diventano strumento per aprire interessanti dibattiti. In generale, tutto deve condurre al confronto, alla relazione, al coinvolgimento e alla partecipazione. Usiamo chiaramente lo stesso approccio, e del resto non potrebbe essere altrimenti, sui nostri canali social e, in generale, sul web, dove assumiamo i tratti di un quotidiano, con aggiornamenti 24 ore su 24. L’entusiasmo e la competenza della redazione, che peraltro può contare al suo interno su alcuni brillanti giovani, oltre alla capillarità della rete di collaboratori, risultano in questo senso fondamentali».
Alcuni dei temi più discussi?
«Le tematiche sanitarie, a partire dal nuovo ospedale di Cuneo e dai servizi di medicina territoriale, e quelle legate alla viabilità, con in testa il Colle di Tenda, una situazione problematica, quest’ultima, che potrà essere risolta soltanto quando verrà affrontata a livello provinciale».
Chiudiamo con le prossime sfide. Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere la vostra testata?
«Da quando ho assunto la direzione del settimanale tante cose, con la disponibilità della proprietà, sono state fatte. Vado particolarmente orgoglioso della redazione che ci ha permesso di modificare i contenuti del giornale, aggiornarne la grafica e realizzare importanti servizi che sono andati oltre alla necessità di fare informazione, focalizzandosi sulla valorizzazione e la promozione del territorio. Penso, in particolare, al supplemento “Montagne, la nostra grande bellezza”. Vogliamo continuare in questa direzione».