Il cappotto termico è il primo degli interventi “trainanti” per il Superbonus al 110 per cento. Quando viene realizzato sull’intero immobile, infatti, è possibile usufruire dell’agevolazione anche per gli interventi effettuati sui singoli appartamenti. Per raggiungere gli obbiettivi di risparmio energetico previsti dalle norme, l’intervento deve rispettare le prescrizioni contenute nel DM 26/06/2015 recante “Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici” (D.M. “requisiti minimi”). Dal DL rilancio (comma 1, art. 119): «Sono agevolati gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno». Il rifacimento facciata di casa o condominio è un argomento caldo in questo periodo, il “bonus facciate” dà diritto fino al 90% di detrazione fiscale. E il nuovo Ecobonus arriva al 110% anche se con mille “paletti”. La maggior parte delle case italiane, disperdono calore e energia, c’è un grande spreco di riscaldamento a causa di murature mal isolate, ponti termici, pilastri scoperti e tecniche costruttive obsolete. I condomini degli anni ’70 -’90 non solo hanno bisogno del rifacimento facciata ma anche e soprattutto di un buon isolamento termico. Con l’installazione di nuove finestre termiche il problema non si risolve. L’umidità interna aumenta e nelle pareti fredde si crea più facilmente condensa. Con l’introduzione delle valvole termostatiche in molte case c’è stato un altro peggioramento. Per risparmiare si riscalda meno, anche il vicino riscalda di meno, i muri sono più freddi e si formano facilmente le muffe. Il cappotto esterno è la soluzione per il risparmio energetico ed un miglior confort abitativo. Vale la pena approfittare dei bonus per rifacimento facciata per fare anche il cappotto esterno. Però la scelta non è da prendere alla leggera, il cappotto esterno va bene, ma non in case e condomini con muri umidi! Se i muri sono umidi (es: umidità di risalita), nel fare un cappotto o rifare la facciata, si devono prendere precauzioni. In tal caso è meglio un rifacimento facciata con materiali traspiranti e resistenti all’umidità, senza un isolanti artificiali. Si intuisce cosa succederà in un muro umido dopo qualche mese dal rifacimento facciata con o senza cappotto esterno, scrostamenti di intonaco e pittura, e se c’è il cappotto, rischio che l’umidità non potendo evaporare dovrà per forza andare verso l’interno del muro o del cappotto. Ci sono intonaci e cappotti traspiranti, naturali, minerali come la fibra di legno, la canapa, la calce idraulica naturale, il cocciopesto, silicati aerogel, ecc… che sono molto più idonei al rifacimento delle facciate di cascine, vecchie. Prima si fanno asciugare i muri, si risolve l’umidità di risalita, si eliminano i sali e solo dopo si può pensare al cappotto o intonaco nuovo. Naturalmente un intonaco di calce idraulica, che ha vari vantaggi, primo tra tutti quello di essere un materiale traspirante, inattaccabile dalla muffa e resistente all’umidità. Un intonaco di calce idraulica assorbendo CO2 col tempo diventa “pietra” ovvero carbonato di calcio, magnesio ecc…Bisogna, quindi fare alcune verifiche prima di posare il cappotto: se nei muri è presente umidità o sali, se vi sono casse vuote che possono essere riempite di cellulosa così da evitare il cappotto, se i muri sono disomogenei (pietra, mattone, sassi ecc…), se sono stati fatti i calcoli termotecnici per evitare ponti termici e condensa interstiziale, se vi sono infiltrazioni d’acqua dal tetto o dalle grondaie, che tipologia di davanzali sono presenti, se ci sarà una buona areazione interna dei locali. Spesso la muffa è dovuta “al ponte termico”, che è la parte della costruzione meno isolata, fatta di materiali diversi o meno spessa, quindi “fa da ponte” con l’esterno, questi squilibri causano problemi sul confort climatico interno. Un tempo, queste regole non esistevano e non era obbligatorio rispettarle, quindi oggi, se cambi la caldaia o gli infissi, senza considerare tali regole, potrebbe esserci il rischio di riscontrare muffe sulle pareti interne. Per cui bisogna affidarsi ad un professionista (Architetto o Ingegnere) serio e qualificato che riveste il ruolo di Direttore dei lavori per evitare di prendere scelte affrettate di cui probabilmente ci si pentirà nel futuro.