L’impegno profuso negli anni della Resistenza valsero a Dacomo due medaglie al valore militare. Quella d’oro, datata 16 aprile 1944, Cairo Montenotte, ha la seguente motivazione: “Giovanissimo, animato da fede incrollabile, accorse fra i primi al richiamo santo della Patria, cui prodigava con ardore ineguagliabile ogni energia. In lunghi giorni di lotta acerrima contro il nemico tedesco, soverchiante per numero e mezzi, dava prove esemplari di coraggio, finché, stremato di forze, ma intatto nello spirito indomito, veniva catturato con l’arma in pugno. Rinchiuso in una orribile cella sotterranea, torturato ferocemente, privato di cibo ed acqua, ma sorretto da gigantesco amore per l’Italia, taceva resistendo ad ogni sevizia. Nel momento estremo, il corpo piagato ed infranto, trovava ancora la forza per gridare agli invasori la sua fede negli eterni destini dell’Italia. Fulgido esempio di eroismo e di fede alle generazioni future”.
Fa riferimento al 7 giugno 1943 e a Valle Coritenza la medaglia d’argento al valore militare, assegnata perché “comandante di un reparto di scorta e improvvisamente attaccato da forze nemiche superiori per numero e per armi automatiche appostate in posizioni favorevoli, trascinava con l’esempio i suoi uomini al combattimento. Ferito, si preoccupava innanzi tutto della sicurezza dei suoi uomini dando disposizioni ai comandanti di squadra ed incitando con la parola gli alpini a resistere. Visto cadere il capo arma tiratore del fucile mitragliatore, ne prendeva il posto e continuava a fare fuoco sull’avversario, rifiutando ogni soccorso, lasciandosi trasportare al posto di medicazione solo quando il nemico era posto in fuga”.
Articolo a cura di Elio Stona