La pandemia che ha sconvolto la nostra quotidianità ci ha lasciati disorientati e interdetti di fronte a un orizzonte che appare quanto mai incerto. È per questo che ciascuno cerca di scorgere soluzioni, certezze, punti di riferimento. Si cercano, cioè, dei “raggi di sole” che possano illuminare un cielo ancora troppo cupo. In questo senso, l’avvicinarsi del 18 aprile rappresenta uno spiraglio.
Il ricordo della scomparsa di Pietro Ferrero, avvenuta proprio il 18 aprile del 2011, riapre una ferita mai rimarginata di una famiglia e di una comunità intera che si sono viste portare via, all’improvviso e sicuramente troppo presto, una delle risorse più preziose. Al contempo, però, questo ricordo rappresenta un’opportunità; un’opportunità concreta per trovare nel suo sguardo sereno e rassicurante, figlio di una visione imprenditoriale illuminata che metteva e mette tutt’ora al centro le persone e il servizio alla comunità, quella scintilla capace di spingerci a tirare fuori le energie e le idee migliori. Sì, perché Pietro, così come il fratello Giovanni, ispirato dall’eccezionale esempio del padre Michele e della madre Maria Franca, sono senza dubbio alcune delle migliori espressioni di una comunità, quella della provincia di Cuneo, fatta di persone che sanno resistere alle difficoltà, reagire alle sconfitte e impegnarsi, con progetti innovativi e idee geniali, per rendere ogni giorno migliore il contesto in cui vivono.
La storia di Pietro Ferrero inizia l’11 settembre del 1963, anno della sua nascita, avvenuta a Torino. Con il papà Michele, la mamma Maria Franca e il fratello Giovanni, nato l’anno successivo, cresce a Pino Torinese, in Valle Balbiana. In Piemonte, frequenta, insieme al fratello, la scuola elementare e i primi anni di scuola media. All’età di 12 anni si trasferisce con la famiglia a Bruxelles: qui completa gli studi superiori frequentando la Scuola Europea. Tornato in Piemonte, nell’anno accademico 1985-1986, si laurea in Biologia all’Università di Torino. Nello stesso periodo, fa il proprio ingresso in azienda, muovendo i primi passi presso lo stabilimento tedesco di Allendorf. Nel 1989, assume la direzione generale della produzione del Gruppo, coordinando l’attività ingegneristica e produttiva degli stabilimenti Ferrero a livello mondiale.
Nei primi anni Novanta diventa il direttore generale Europa e coordina l’attività gestionale di tutte le realtà europee della Ferrero. Con analoghe responsabilità, il fratello Giovanni assume la direzione generale Overseas.
Molto significativa è la data dell’11 novembre 1994: nella giornata di lutto nazionale indetta a seguito dell’alluvione dei giorni precedenti, Pietro Ferrero incontra i collaboratori dello stabilimento di Alba impegnati nell’opera di recupero degli impianti di produzione. Con determinazione e riconoscenza, ringrazia e incoraggia i dipendenti (il discorso è pubblicato alle pagine 12-13). Nel 1997 viene nominato, con Giovanni, Chief Executive Officer del Gruppo e assume la responsabilità diretta della Soremartec, il centro di ricerca e sviluppo del Gruppo, e dell’area industriale a livello mondiale; Giovanni assume, in parallelo, la responsabilità dell’area commerciale mondiale.
Numerose le cariche esterne ricoperte: dal 1992 al 1995 è consigliere d’amministrazione dell’Istituto Bancario San Paolo; dal 1996 al 2002 è consigliere d’amministrazione di Mediobanca e dal 2007 al 2009 fa parte del Consiglio di Sorveglianza; dal 1999 al 2002 è consigliere d’amministrazione di Deutsche Bank e dal 2000 al 2009 di Ras; dal 2007 era consigliere di Italcementi. Ha fatto parte della Giunta di Confindustria dal 1992 al 1995; di Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni); del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia e dell’Aidaf (Associazione Italiana delle Aziende Familiari).
Nel novembre 2002 riceve dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio Leonardo Qualità Italia.
Nel maggio 2009, ad Amsterdam, ritira, insieme al fratello Giovanni, il premio che il Reputation Institute di New York ha attribuito al Gruppo Ferrero, risultato al primo posto nella classifica mondiale delle aziende che beneficiano della migliore reputazione generale presso il pubblico.
Nel luglio 2010, alla presenza dell’allora ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, Pietro e Giovanni Ferrero ricevono dalle mani dell’atleta Fiona May, testimonial di tante iniziative Ferrero, il Winning Italy Award, un riconoscimento all’azienda per la sua capacità di promuovere e valorizzare l’immagine e la reputazione italiana nel mondo.
Nello stesso anno, Pietro riceve il Premio Alberto Falck-Azienda Familiare 2010, conferito dall’Associazione Italiana delle Aziende Familiari.
Una storia professionale e umana davvero significativa, che però si è conclusa in maniera estremamente triste.
Il 18 aprile 2011, durante un viaggio di lavoro in Sudafrica, Pietro perde prematuramente la vita, colpito da un malore.
La notizia della sua scomparsa fa in poco tempo il giro del mondo, destando profonda commozione.
Sono già passati 10 anni ma il suo sguardo è rimasto indelebile in migliaia di persone, che continuano a ricordarlo con stima e affetto.
Pietro Ferrero la sua tenacia ci spinge a reagire
Il 18 aprile ricorrono i 10 anni dalla scomparsa del manager: la sua visione di impresa continua a essere fonte di ispirazione, soprattutto in questo difficile momento