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Il mondo del vino piange la morte di Pio Boffa

Il cordoglio per la scomparsa dell’imprenditore albese travalica i confini geografici e settoriali

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Italiano, inglese, russo, greco e giapponese so­no solo alcune delle lingue in cui ci si imbatte facendo scorrere le pagine social di chi, tramite un messaggio, ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la scomparsa a soli 66 anni di Pio Bof­fa, uno dei padri nobili di Langhe e Roero, deceduto nei giorni scorsi a causa del Covid 19, dopo un ricovero presso l’ospedale di Verduno.

Una piccola dimostrazione di come l’imprenditore abbia saputo lasciare un segno ben oltre i confini del territorio presso cui opera l’azienda di famiglia, quella “Pio Cesare” fondata nel 1881 dal trisavolo di Boffa, Cesare Pio.

Da Confindustria Cuneo ricordano come Pio Boffa sia stato «uno dei grandissimi produttori di Langa, pietra angolare dell’impetuosa affermazione dei vini di Langhe e Roero e straordinario ambasciatore dell’intero movimento enoico piemontese e italiano. I suoi vini si sono affermati su tutti i palcoscenici mondiali, ottenendo il riconoscimento dei consumatori, dei “wine lovers” e della critica. La “Pio Cesare” era una presenza abituale nella Top 100 di Wine Spectators, dal 1988 la “hit parade” mondiale del vino. Spesso una sua etichetta figurava nelle prime 10 del mondo ed era classificata al primo posto tra quelle italiane. Siamo orgogliosi di averlo avuto come partecipante, negli anni delle sue prime grandi affermazioni internazionali, in occasione delle iniziative promozionali promosse dalla nostra Azienda speciale ed è stato motivo di grande soddisfazione vedere la sua azienda spiccare il volo sui mercati di tutto il mondo. Ci piace ricordarlo in aeroporto, con la sua valigia, pronto a partire per una nuova avventura, armato dell’entusiasmo di un ventenne e dell’esperienza di un uomo maturo che ha saputo affrontare e su­perare ogni difficoltà per conquistare nuovi mercati». «Se ne va un autentico fuoriclasse ma, ne siamo certi, la famiglia saprà raccogliere l’e­re­dità la­sciata da un uomo che rimarrà un prezioso riferimento per il mondo del vino, uno straordinario esempio a cui guardare», concludono dall’Unione industriale cu­ne­e­se.

Particolarmente commosso il ricordo che Giuseppe Rosset­to, sindaco di Alba dal 1999 al 2009 traccia del suo concittadino (il quale aveva fatto parte del primo consiglio di amministrazione della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra). «Non ho ancora assorbito il dolore della decennale perdita di Pietro Ferrero che la comunità albese deve affrontare un altro lutto, per la prematura scomparsa del patron della “Pio Cesare”, vanto della viticoltura ed enologia italiana nel mondo, Pio, eri il primo a farmi gli auguri per l’onomastico o il compleanno dovunque ti trovassi nel mondo. Sempre mi sei stato vicino in ogni modo perché, a differenza di tanti altri, tu eri esattamente come apparivi, mai ambiguo o doppio, virtù apprezzabile quanto rara. Solo la “Pio Cesare” ha ottenuto ad inizio novecento l’autorizzazione del Consiglio comunale albese a fregiarsi nei propri segni distintivi del gonfalone di Alba, primo ed unico della nostra terra, unico nel mondo, noi che siamo il paesaggio vitivinicolo per eccellenza riconosciuto dal­l’Unesco, prima dei francesi, e il merito è stato anche molto il tuo»…
Pio Boffa lascia la moglie Nicoletta e la figlia Federica Rosy, a cui fanno le più sentite condoglianze l’editore  Carlo Borsalino e la sua famiglia, unitamente alla redazione della Rivista IDEA.

BaNNER
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