I tempi si stringono e dopo la presentazione delle due soluzioni progettuali per la ripresa dei lavori del Tenda bis, avvenuta mercoledì 21 aprile a Roma al Ministero delle Infrastrutture, si fa sempre più concreta la scelta che dovrà far ripartire il cantiere sopra Limone sospeso dopo l’alluvione dell’ottobre scorso, in vista della Commissione Intergovernativa per i Collegamenti nelle Alpi del Sud (Cig) già fissata per il 5 maggio, dove verrà assunta la decisione definitiva. All’incontro con il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli c’era anche il presidente della Provincia Federico Borgna che ha portato le ragioni di un territorio che aspetta da troppi anni una soluzione al problema dei collegamenti tra Italia e Francia. Con Borgna anche il prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo, l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi e il sindaco di Limone Massimo Riberi, che hanno incontrato, oltre ai vertici Anas con l’amministratore delegato Massimo Simonini, il commissario straordinario per il Tenda bis Nicola Prisco e il presidente della Commissione Intergovernativa Enrico Pujia, oltre ai parlamentari cuneesi Giorgio Maria Bergesio e Flavio Gastaldi, promotori dell’iniziativa. In collegamento anche l’assessore ai Trasporti della Regione Liguria Giovanni Berrino e il sindaco di Roccavione, vicepresidente dell’Unione, Germana Avena.
Le ipotesi progettuali sono due: quella di un tunnel sotto al torrente del Cà e quella di un viadotto all’uscita delle gallerie.
La prima proposta prevede di consolidare il fronte della frana e realizzare un ponte unico di scavalco sopra il rio della Cà, all’uscita delle due gallerie che ora sono interrotte dalla frana. L’accesso al tunnel dal lato francese avverrebbe attraverso un unico imbocco da cui si diramano le due canne. Questa proposta ha un costo ulteriore di circa 45 milioni di euro (178 milioni il totale) e consentirebbe il completamento di una canna nel 2023 e dell’intera opera a fine 2025.
La seconda ipotesi propone il proseguimento dello scavo del nuovo tunnel realizzando una galleria sotto il vallone che ha riportato il cedimento, aumentando così la pendenza del tunnel, per quanto riguarda sia la nuova canna sia la galleria storica. Le due gallerie si allungherebbero di altri 150 metri con un costo aggiuntivo di 86 milioni di euro (per un totale di 220 milioni) e l’apertura della prima canna nel 2024 e l’altra nel 2026 se tutto va bene.
Per accelerare i tempi il presidente Borgna ha chiesto di ripristinare in estate un collegamento tra Limone e la Valle Roya sistemando l’ex strada militare dall’imbocco francese del traforo al Forte Centrale di Tenda e creando un collegamento con Casterino.
Il problema è quello dei fondi, oltre al fatto che secondo i francesi fino a giugno 2022 non sarà riaperta la strada della Valle Roya nel tratto fino a Vievola. L’isolamento stradale tra i due territori potrebbe essere rotto nel 2023. Quindi, l’attenzione si sposta sulla ferrovia. A maggio sarà possibile andare da Cuneo a Nizza lungo la diramazione di Breil, ma il Ministero ha confermato che per una mancata autorizzazione francese per i lavori a sud di Breil, la tratta verso Ventimiglia riaprirà soltanto ad ottobre.
«Siamo stati invitati a Roma espressamente dal viceministro Morelli», sottolinea l’assessore Gabusi, «Per la prima volta riusciamo a sederci al tavolo con tutti gli attori del territorio, come richiesto dalla Regione Piemonte nella Commissione Intergovernativa di novembre e come ribadito al viceministro Morelli, che a Limone si era preso l’impegno di convocarci per analizzare insieme le scelte progettuali. Oggi possiamo dire di essere soddisfatti perché stiamo toccando con mano la velocizzazione dei passaggi che ci consentiranno di iniziare a ricostruire l’imbocco del tunnel sul versante francese, dove c’è stata purtroppo una sostanziale modifica della morfologia della montagna».
«È fondamentale», evidenzia l’assessore Gabusi, «arrivare alla Conferenza Intergovernativa Italo-Francese, fissata per il 5 maggio, con una scelta condivisa. Le caratteristiche peculiari del progetto con la galleria, il costo, i tempi e l’appoggio da parte francese potrebbero essere determinanti per prendere una decisione già in sede Cig. Il 6 maggio potremmo ripartire con progetto e cantiere». «Stiamo accelerando il più possibile sui tempi», conclude l’assessore Gabusi, «La Regione si è mossa con convinzione insieme alla Provincia e agli enti locali affinché nel periodo dei lavori fosse sistemata l’unica strada di collegamento, la comunale dei Forti, a cura di Anas. La strada del Tenda è un collegamento essenziale per la Granda e per il Sud del Piemonte, le popolazioni e le attività hanno subito e continuano a subire un disagio senza precedenti. Abbiamo messo in campo tutte le azioni urgenti possibili, ma ora abbiamo necessariamente bisogno della convergenza di tutti gli attori per procedere compatti e veloci verso la realizzazione di un’opera strategica e necessaria».
Tunnel del Tenda: ecco i progetti
Presentate due soluzioni in attesa della riunione della Commissione Intergovernativa del 5 maggio