Il 9 maggio, per i tifosi del volley cuneese, non è una data come tutte le altre. Ormai 11 anni fa, il 9 maggio del 2010, in quel di Bologna, la Bre Banca Lannutti Cuneo conquistò il tanto sognato (e più volte sfiorato) SCUDETTO! Ogni tifoso cuneese custodisce nel suo cuore e nella sua mente il ricordo di quell’impresa straordinaria. Tutti sono a conoscenza anche del triste epilogo che si verificò al termine della stagione 2013-2014.
La passione per il volley a Cuneo, però, non ha mai cessato di esistere, anche nei momenti più difficili: la curva dei Blu Brothers ha continuato a sostenere sempre i colori bianco-blu, incoraggiata dalla nascita di una nuova società, negli anni diventata sempre più organizzata ed ambiziosa, con l’obiettivo di far sognare i tifosi cuneesi e cercando di riportare il Cuneo maschile il più in alto possibile.
Quello che fa ancora male, seppur siano passati tanti anni, è il fatto che al Palazzetto manchino le tracce del glorioso passato pallavolistico cuneese, ossia gli stendardi dei tanti trofei vinti in 25 anni di serie A1. Dopo la chiusura della società al tempo presieduta da Valter Lannutti, sono stati tolti definitivamente e giacciono, presumiamo, in qualche magazzino sotto cumuli di polvere.
Per questo, come Direttivo Blu Brothers, abbiamo deciso qualche mese fa di scrivere una lettera (inviata qualche tempo dopo anche via mail) all’ex presidente Lannutti per chiedere spiegazioni in merito. Purtroppo, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Pur capendo che i suoi interessi lavorativi siano prioritari, ci riproviamo in modo diverso, sperando di essere più fortunati! In fondo, sognare non costa nulla!
Segue la lettera che era stata inviata sotto natale.
“Ciao Valter.
Ci permettiamo di darti del tu, perché per più di 10 anni sei stato per noi un grande amico. Hai regalato a una città che viveva di pallavolo anni incredibili, ci hai portati sul tetto dell’Italia, a un soffio dal tetto d’Europa. Hai preso una società in difficoltà, hai costruito mattone su mattone e alla fine, nella notte di Bologna, ci hai dato ciò che in passato avevamo solo sfiorato.
Abbiamo però un grande rimpianto: una grande storia d’amore che si è conclusa nel peggiore dei modi, ma di questo, ora, non vogliamo parlare. Avresti potuto agire diversamente? Forse sì. Avremmo potuto capire e reagire diversamente? Senz’altro. Ma quando si ama visceralmente qualcosa, non sempre è facile agire con la testa tacitando quello che il cuore urla a gran voce.
Ti scriviamo questa lettera, una lettera come si usava una volta, per farti capire quanto impegno e quanto amore stiamo mettendo in questa cosa. Nonostante tutti i problemi e le difficoltà siamo ripartiti, e proviamo a tener vivo il gruppo dei Blu Brothers, con un nuovo direttivo, un gruppo di giovani pieni di entusiasmo che oggi, in queste righe, vuole provare a far leva sull’affetto che speriamo tu possa ancora provare per la città di Cuneo e per i tifosi che hanno seguito e incitato i tuoi ragazzi in giro per l’Italia e per l’Europa. Vorremmo poter tornare in curva, alla fine di questo periodo maledetto, alzare gli occhi al cielo e poter rievocare i ricordi di quello che di grande è stato fatto dalla pallavolo cuneese, prima di te e con te.
Ti preghiamo, riporta al palazzetto gli stendardi. Siamo consapevoli di averti ferito in passato con le nostre azioni, ma la ferita che hai aperto nei nostri cuori portandoci via la pallavolo è stata enorme, quindi ti preghiamo, considera saldato il nostro debito nei nostri confronti ed esaudisci questa nostra richiesta.
E se tu volessi tenerti lo scudetto, lo capiremmo, quello è tuo di diritto, ne faremo una copia a nostre spese, se sarà necessario. Non privarci dei nostri ricordi più cari, della nostra storia, delle nostre vittorie: condividile con noi.
Che sia positiva, oppure negativa, speriamo di poter ricevere comunque una tua risposta, e iniziare con questa lettera a ricucire un rapporto di rispetto e fiducia.
Con affetto, speranzosi, i ragazzi del nuovo direttivo dei Blu Brothers
Marco, Nicola, Andrea, Sandro, Emanuele, Silvano, Enrico e Matteo”