Andrea Francone nacque a Torino il 4 gennaio 1930: da due generazioni la famiglia gestiva uno stand di ortofrutta ai Mercati Generali. A 14 anni partì per la guerra in montagna: allora giocava già nelle giovanili del Toro, con il campionato fermo per la guerra. Fu ferito e, quando tornò abile, riprese a giocare in granata. «Ha avuto la fortuna di avere due grandi allenatori», racconta il figlio Valerio, «Ussello, gran maestro di tecnica; e Livesley, il coach che arrivava dai “commandos” inglesi e che allenava la forza facendo spaccare legna ai ragazzi». Dopo Superga, giocò le quattro partite rimanenti del campionato di Serie A, segnando anche un gol al Palermo. Poi passò al Savona, a Fossano, alla Biellese dove fu promosso dalla Quarta Serie alla C nazionale; poi Cenisia, due anni a Cuneo, il ritorno a Fossano e la chiusura di carriera, a 38 anni, nel Bacigalupo, di cui fu poi presidente per 25 anni. Per 22 anni fu a capo dei Mercati Generali; poi consigliere comunale a Torino per un quinquennio, negli anni di piombo. Fu anche direttore di una società che promuoveva i prodotti piemontesi in tutto il mondo, fino alla pensione. Se ne andò presto, a 73 anni, “tradito” dal suo grande cuore di sportivo indomito.