The shift

Quella di Alessandro Tonda è Un’opera prima di grande impatto, in cui l’impianto thriller del poliziesco urbano e della corsa contro il tempo, è associato a una storia capace di addentrarsi nelle dinamiche sociali, mettendo in luce gli inquietanti risvolti della mancata integrazione

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Un esordio esplosivo quello di Alessandro Tonda, che riversa in “The shift”, thriller mozzafiato, tutto il suo talento sia come regista che come sceneggiatore. La pellicola, presentata alla festa del cinema di Roma, doveva andare al cinema il 5 novembre 2020, ma a causa della chiusura delle sale uscirà oggi, giovedì 3 giugno. In Belgio, più precisamente a Bruxelles, due adolescenti di origine araba, Eden (Adam Amara) e Abdel, sono stati convinti da un’organizzazione terroristica a prendere parte a un attentato, ma qualcosa va storto. Abdel, preso dall’enfasi del momento, si fa esplodere prima del previsto lasciando ferito il compagno. Accorrono subito i soccorsi, tra cui un’ambulanza guidata da Isabel (Clotilde Hesme) e Adamo (Adamo Dionisi). I due caricano il ragazzino sull’ambulanza e partono alla volta dell’ospedale, ma quando scoprono essere uno dei due attentatori è già troppo tardi. Eden si è svegliato e ha preso il controllo dell’ambulanza. “The shift” è un lavoro molto personale, in cui Tonda, rimasto molto scosso dal periodo terroristico e dai pensieri prevenuti e discriminatori che ha fatto nascere, mette al centro del proprio lavoro il pregiudizio infondato nei confronti del diverso, quella paura che ci porta a “fare di tutta l’erba un fascio”.
Anche il lavoro da volontario in Croce Rossa del padre del regista è stato fondamentale per la scelta dell’ambientazione, infatti la storia è girata quasi tutta in ambulanza (una vera ambulanza) e tutte le riprese sono state effettuate con telecamere manuali, quasto per favorire un effetto più realistico e drammatico. Per citare Alessandro Tonda: «Il film è dedicato a tutti coloro i quali combattono senza usare armi».