Appuntamento da segnare in agenda: il 18 giugno dalle ore 18,30 “riparte” la Temporary Forge a Monforte d’Alba (la galleria-studio dell’artista braidese Andrea Abre, alias Andrés Avré ndr) con una mostra dal titolo “Sedimenta”. L’inaugurazione, con vernissage, si svolgerà in via Guglielmo Marconi 23.
“Uno degli aspetti più impegnativi del mio lavoro in questi tempi è stato proprio quello di viaggiare con la fantasia che mi ha spinto a sognare sempre più in grande. La collezione Sedimenta e l’approccio complessivo di questo progetto, ha molto a che vedere con il nome stesso. Mi sono messo alla prova nell’orchestrare una sinfonia di diversi temi, anime e impulsi creativi, raccontando come è nata l’idea di questa collezione e tutte queste energie hanno portato la mia visione a Monforte d’Alba, luogo in cui mi sento a casa“, sono le parole di Andrea Abre.
Spiega la curatrice Francesca Carbone: “Ciò che rende Andrés Avré un artista veramente contemporaneo è il suo abitare stili e forme storicizzate come l’espressionismo astratto, l’informale materico e segnico, ma ricodificandoli su se stesso. La stratificazione del colore, i graffiti, i segni e i toni che si accumulano e si dissolvono sono la trasposizione simbolica del suo indagare la mutevolezza dell’identità. Memorie, esperienze e sensazioni sono tradotte in spessori di strati pittorici che rivelano la texture dell’animo dell’artista che materializza così quei processi invisibili di relazione e scambio dati dalla contingenza con il mondo. Opponendosi da sempre all’idea di identità indissolubile, l’artista esprime fin dall’inizio della sua carriera una condizione di dualismo interiore attraverso la divisione delle superfici in rettangoli orizzontali di forte contrasto cromatico. Progressivamente dichiara la sua consapevolezza dell’essere in divenire ricorrendo sempre più ad una ibridazione della pittura gestuale e dell’astrazione geometrica. Come testimoni della permeabilità dell’artista nei confronti della realtà che lo circonda, le tele di Avré alludono ai vecchi muri degli antichi borghi di Langa nei quali l’artista vive e lavora: le opere diventano così lo spazio su cui tutto si sedimenta“.