Non solo cantine e cunicoli, ma anche quei luoghi della città che ne hanno segnato la storia e che ancora oggi sono testimonianza di arte, di cultura e di fede.
Questo il principale significato dell’ultimo tour organizzato dall’associazione storico-culturale Bra Sotterranea, svoltosi la scorsa domenica 14 maggio, al quale hanno partecipato ben sessanta persone, tra braidesi e no.
“La nostra Associazione”, sottolinea il presidente Davide Lanzoni, “è nata sì con lo scopo di riscoprire quella parte di Bra che ha vissuto e ancora dà testimonianza di un passato neppure troppo lontano che si snoda nel sottosuolo con crotìn, cunicoli che si addentrano nella collina e cantine ancora oggi utilizzate, ma ha un intento più ampio: quello di puntare l’attenzione sulla storia e la cultura di questa nostra città attraverso la riscoperta di quei luoghi che per tanti braidesi hanno avuto – e ancora oggi rivestono – un significato particolare e che spesso non sono conosciuti o, per lo meno, lo sono in modo superficiale”.
E proprio questo è il messaggio che è stato trasmesso ai partecipanti all’esplorazione di domenica scorsa.
Il tour ha preso il via dall’Ala di via Garibaldi e ha visto come prima tappa la chiesa della Santissima Trinità, che il recente restauro ha reso ancora più suggestiva e bella nel suo trionfo di stucchi ricchi ed eleganti e affreschi.
Sede della Confraternita dei Battuti Bianchi (originaria del XIII secolo, nel 1568 arrivò a contare ben 400 adepti, che si occupavano principalmente del sostentamento dei pellegrini in transito) la chiesa fu costruita a partire dal 1618 e i sovrabbondanti “merletti in gesso”, opera dei fratelli Domenico e Pietro Beltramelli, luganesi di origine poi trasferitisi a Savigliano, che li realizzarono nel 1699-1700, la rendono davvero unica.
La chiesa ospita inoltre quattro grandi affreschi opera del cheraschese Sebastiano Taricco raffiguranti la Trasfigurazione di Cristo, la Predicazione di Cristo, la Predicazione di San Paolo e San Pietro che guarisce lo storpio.
Di notevole interesse, sulla sinistra dell’altare, la tela raffigurante la Presentazione di Gesù al Tempio, opera del francese Charles Claude Dauphin, oltre il gruppo scultoreo del Cristo Risorto realizzato nel 1758 e da molti giudicato “uno dei capi d’opera” dell’importante scultore torinese Stefano Maria Clemente.
Proseguendo su corso Cottolengo, il gruppo ha quindi fatto visita alla Casa Natale del Santo Giuseppe Benedetto Cottolengo, che a Bra nacque il 3 maggio del 1786 da Giuseppe Antonio Cottolengo e Benedetta Chiarotti, certamente uno dei luoghi più suggestivi e coinvolgenti della città della Zizzola. La casa natale del Santo è un’edificio che richiama architettonicamente stili appartenenti a secoli diversi ed è stato riportato alla sua originaria bellezza da un recente restauro che ha interpretato fedelmente lo spitiro delle diverse epoche e le abitudini della famiglia che in esso ha sempre dimorato: dallo studio del papà del Santo che riflette il suo piglio manageriale, alle stanze dei figli, agli spazi destinati alla vita conviviale, come la sala da pranzo o la sala rustica, gli ambienti di servizio come la cucina, la cantina, la scuderia.
La ricchezza di arredi, di oggetti di vita quotidiana minuziosamente e pazientemente riportati al loro decoro, di risvolti privati e di documenti ufficiali, che si possono ammirare lungo l’intero percorso, dà un’eccezionale spaccato della vita di almeno cinque generazioni di un’agiata e illuminata famiglia borghese.
Pensando poi all’opera straordinaria del Santo, questo è un luogo che tocca i cuori e commuove chiunque lo visiti.
Dalla Casa Natale del Santo, il gruppo ha raggiunto il Convitto della Provvidenza, fondato nel 1756 dal teologo don Francesco Rambaudi, abate di Villar San Costanzo e Conte, con lo scopo di educare ed istruire giovani ragazze di modesta famiglia. L’istituzione fu approvata da re Vittorio Amedeo III di Savoia che la prese sotto la sua protezione dandole il titolo di Regio Convitto della Provvidenza. Re Carlo Alberto riconobbe il Convitto con Regio Decreto nel 1847.
Qualche anno dopo, nel 1852, l’Amministrazione del Convitto affidò la direzione scolastica ed educativa alle Suore della Congregazione di San Giuseppe di Torino.
Oggi l’istituto continua la scuola materna e la scuola elementare.
Ultime tappe del tour il B&B La Maddalena e le recuperate cantine della casa del dottor Turco in via Moffa di Lisio.
Come sempre la giornata si è chiusa con un sontuoso apericena, ospitato dal bar La Cantinetta proprio nelle suggestive sale che si trovano nel sotterraneo del locale.
Concludiamo questa sintesi di una giornata ricca di emozioni e di scoperte con i ringraziamenti del Presidente di Bra Sotterranea: a Gianni Carnevale e ai Confratelli dei Battuti Bianchi; a suor Maria Teresa Colombo e ai suoi collaboratori per la visita alla Casa del Santo Cottolengo; a Riccardo Oricco, Alessandro Brambati e Marco Domenicale per l’ospitalità e la disponibilità alla visita del Convitto della Provvidenza; a Giovanni Foresti per la visita a La Maddalena; a Sergio Miscia e alla moglie Ivana che hanno preparato un apericena davvero eccezionale. Alla prossima!