Se è vero che non ci sono più le mezze stagioni, alcuni formaggi queste ultime proprio non le conoscono. Se l’inverno passato ci ha visti sperimentare da casa ricette e piatti nuovi o consolidati, l’estate permette nuovamente alle nostre perle lattiero casearie di tornare protagoniste di eventi che evidenziano ulteriormente le loro peculiarità.
Il Bra, il Raschera e la Toma Piemontese saranno circondati, infatti, dalle vette di uno dei territori più amati durante la stagione sciistica ma che conserva intatta la propria poesia anche quando indossa la veste estiva: il 10 agosto Bardonecchia ospiterà la Cena sotto le stelle (nell’ambito del progetto cofinanziato dalla Regione Piemonte e in collaborazione con Arpiet), il teatro ideale per degustare quattro dei formaggi più amati, che si metteranno letteralmente nelle mani di chef la cui creatività sarà al servizio dell’esaltazione del gusto.
«Sfortunatamente l’emergenza legata al Covid ci ha impedito di ripetere l’organizzazione di alcuni momenti in cui i Consorzi erano presenti sulle piste da sci più rinomate del territorio» spiega Franco Biraghi, Presidente dei tre Consorzi di tutela, evidenziando come questa assenza sia stata «un vero peccato dal momento che si trattava di occasioni utili a far conoscere i nostri prodotti in contesti diversi e che avevano riscosso un grande successo». La stagione estiva è, però, ripartita a pieno ritmo e la versatilità di questi formaggi consente di adattarsi, appunto, a tutte le stagioni.
Non più per rifocillarsi dopo una mattinata di discese sulle piste innevate ma, questa volta, per sognare a occhi aperti. Durante la serata dell’anno in cui tutti gli sguardi sono rivolti al cielo cercando di individuare una stella cadente, ecco che nei piatti dei commensali troveranno posto le Dop che accompagneranno l’attesa con i loro sapori unici e inimitabili: dalla sapidità del Bra Duro alla dolcezza del Raschera, dalla morbidezza del Bra Tenero alla delicatezza della Toma Piemontese, tutti i gusti sono serviti. Sentori che si differenziano, forti della propria individualità, ma che, allo stesso tempo, si rivelano capaci di armonizzarsi tra loro, creando una magnetica danza di aromi.
«Il 10 agosto è la serata ideale per consentire a questi prodotti di dare il meglio di sé, anche in alta quota» commenta Mario Cappa, vicepresidente dei Consorzi di Bra, Raschera e Toma Piemontese, «in un contesto in cui l’atmosfera fa la differenza e rinforza ancora di più la potenza di Bra, Raschera e Toma».
Dop che vantano una storia secolare e che tuttora si rivelano incomparabili in termini di sapore e materie prime, due basi fondamentali che li rendono perfetti come formaggi da tavola da gustare in purezza, abbinati al Salame Piemonte (che sarà anch’esso presente) in un tagliere dai sapori tradizionali, o all’interno di svariate ricette. Dalla fonduta al Raschera, al risotto mantecato al Bra duro, passando attraverso la polenta con la Toma o gli gnocchi al Bra Tenero, sono davvero innumerevoli le proposte che si adattano perfettamente al clima montano. Se la versatilità costituisce uno dei loro punti di forza, l’ampio spettro di opzioni di consumo che l’ambiente ci offre è un ulteriore valore aggiunto: oltre ai piatti citati sopra, come non pensare a un trancio di questi formaggi con cui recuperare le energie durante una camminata immersi nell’aria pura? Oppure a un panino di prosciutto e toma che consente di ritrovare lo sprint necessario per raggiungere la vetta?
Sui fondamentali non si discute ma il contesto può essere un’ulteriore discriminante durante il consumo di simili prelibatezze che racchiudono tutta la salubrità dell’aria, il profumo degli endemismi e le spiccate note montane, diventando veri e propri input con cui accendere l’interruttore dei ricordi e calarci a 360° in un ambiente che amplifica la bontà dei protagonisti caseari. Complice il silenzio dell’alta quota, l’atmosfera è quella giusta per assaporare nel modo migliore il Bra (in entrambe le declinazioni, Tenero e Duro), il Raschera e la Toma Piemontese, concentrandoci sui loro effluvi e immergendoci completamente nella pace che solo certi luoghi sono capaci di garantire. La montagna è connotata da un’intensa spiritualità che, se vissuta nel modo giusto, ci riconnette con il nostro io più profondo e merita un grande rispetto. Il medesimo che dobbiamo rendere a questi prodotti, frutto di secoli di tradizioni, artigianalità e maestria che li hanno resi nel tempo un motivo di forte orgoglio per tutti noi, senza mai venire meno alle aspettative. E la cui degustazione, per essere apprezzata fino in fondo, merita tutta la cura e l’attenzione possibili. Con il naso all’insù ma le papille gustative ben concentrate su quello che ci aspetta tra una stella cadente e l’altra.
Articolo a cura di Linda Arnaudo