Dalla razza bovina pezzata alla pecora di Langa

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A Cheese saranno assoluti protagonisti diversi lavorati tipici del Piemonte: tra questi il burro a latte crudo e la “tuma”. La produzione del burro è molto radicata nella cultura locale della Valle Elvo, nel Biellese. Gli alpeggi in alta quota spesso sono edifici che risalgono alla fine del Seicento e alla prima metà del Settecento. Sono collocati vicino alle sorgenti e fungevano da casa, stalla e caseificio per i mesi estivi. Annesso al nucleo principale c’era sempre una piccola casetta in pietra, detta “fraidél”, all’interno della quale si incanalava l’acqua della sorgente che aveva una temperatura di circa 6 gradi ed era usata per il raffreddamento del latte e l’affioramento della panna. La razza protagonista di questo burro è soprattutto la pezzata rossa d’Oropa, stretta parente della Valdostana. Diffusa principalmente nella Valle Elvo, ha origine dal bestiame pezzato del Nord Europa introdotto in Italia nel V secolo. È una razza a duplice attitudine, con prevalenza per il latte. Si adatta bene alle difficili condizioni ambientali e svolge una importante azione di tutela ambientale. La “tuma” di pecora delle Langhe, invece, è un formaggio originariamente ovino (ma oggi la Dop Murazzano consente anche l’utilizzo del latte vaccino) tipico dell’Alta Langa. Il prodotto finito ha forma cilindrica, peso variabile dai 200 ai 300 grammi, ed è privo di crosta; la pasta è di colore bianco paglierino, morbida. Alla base di questo formaggio c’era la pecora delle Langhe. Una razza ormai in via di estinzione. Un tempo allevata da tutte le famiglie della zona, è una razza di taglia media con profilo fronto-nasale montonino, più accentuato nei maschi. Il vello è aperto e ha un caratteristico colore bianco; le orecchie sono di media lunghezza, portate in avanti e verso il basso; le corna sono assenti. È diffusa, prevalentemente, in provincia di Cuneo.