Molti elementi narrativi che caratterizzano i libri di Fabio Genovesi prendono le mosse da ricordi della sua adolescenza. «Ho un rapporto strano con il tempo: per me tutto quello che è successo ancora succede e che una cosa sia accaduta ieri o dieci anni fa è ininfluente», ci spiega lo scrittore toscano. «Non riesco mai a “dare un tempo” alle cose, per me il tempo non scorre in maniera lucida e lineare. Ma va bene così: tutto quel che mi è successo da bambino o mi succederà un giorno conta per me come quel che mi sta succedendo in questo momento. Ho la fortuna di ricordare benissimo cose accadute in passato e di averle notate allora… e poi magari non ricordo quel che mi è successo ieri!»- Tra gli spunti biografici, i 10 zii-nonni che compaiono in “Dove non si tocca” che sono i fratelli di suo nonno, tutti rigorosamente scapoli, i quali lo mettono in guardia dalle donne, di cui è meglio non innamorarsi nemmeno per un secondo. Accanto a tenti uomini, c’è però anche una figura femminile di spicco, la nonna che gli insegna come “ogni tanto bisogna spegnere la luce della ragione, perché, come la lampadina del portone, non permette di vedere il cielo e le stelle”.
Un altro elemento biografico che compare nella sua bibliografia è il calamaro gigante, protagonista della sua ultima opera. In prima elementare fu chiesto a Fabio e ai suoi compagni di disegnare il proprio animale preferito e, in mezzo a una marea di cani e gatti, spuntò… un calamaro gigante. Inutile dire che a scegliere il bizzarro e mastodontico mollusco fu proprio Genovesi, il quale divenne all’istante oggetto del dileggio dei suoi compagni…