Socrate diceva: “Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo”. Ed è esattamente il pensiero imprenditoriale dell’ingegner Franco Filippi, ceo di EPF, azienda con sede a Carrù, fondata nel 1961 ed oggi fra i leader a livello nazionale ed internazionale nel settore dell’automazione industriale, dell’energia rinnovabile e dello stampaggio plastico. Una significativa realtà imprenditoriale articolata in Epf Automation, Epf Plastic e Epf Energy, tre settori fondati su un know-how comune maturato in 60 anni di storia.
Si sta avvicinando la data di un importante compleanno, ingegner Filippi…
«Si. Per i nostri 60 anni, si era inizialmente pensato di fare una festa in sede con clienti, fornitori, partners e personale nel mese di settembre… Poi nel corso del tempo è arrivata la pandemia e quindi abbiamo deciso di restringere il numero di partecipanti facendo una scelta di differenziazione degli eventi: una prima festa interna all’azienda, informale, conviviale con tutto il personale e le loro famiglie e poi, un secondo momento con il personale esterno, clienti e fornitori che ci auguriamo si possa concretizzare nella primavera del 2022…».
Quanto la recente pandemia ha rallentato i processi di espansione di EPF?
«Beh, come tutte le realtà imprenditoriali ci siamo rapidamente adeguati al contesto. Abbiamo nel momento del lockdown sospeso l’attività per 3 settimane, ci siamo attrezzati per lavorare in smart working ed appena le condizioni sanitarie e legislative lo hanno consentito abbiamo ripreso appieno in presenza. La nostra sede dispone fortunatamente di grandi spazi; è una costruzione recente che abbiamo dotato di un innovativo sistema di filtrazione aria a carboni attivi che ci consente dunque di lavorare in ambienti purificati. Dal punto di vista economico, il 2020 è stato un anno particolare, soprattutto nel primo periodo di lockdown abbiamo riscontrato mesi in cui i mercati sono stati in generale fermi, ma la nostra azienda, nonostante i volumi ridotti rispetto all’anno precedente, ha continuato a svolgere attività di progettazione, assumere personale di livello, cercare risorse in grado di fare la differenza nell’ambito della tecnologia. Prosegue la nostra proficua collaborazione con il Politecnico di Torino: negli ultimi quattro mesi sono entrati nuovi ingegneri meccatronici ed abbiamo investito su una attrezzata test room interna con camere digitali, sistemi di visionee software. EPF insomma vive la quotidianità in continuità con il passato, ma cresce e si struttura con un necessario occhio al futuro».
La pandemia ha cambiato un po’ le attuali visioni imprenditoriali?
«Direi che le visioni sono strategicamente diverse rispetto a prima: accanto alle soluzioni di robotica customizzate abbiamo sono le nostre soluzioni prodotto, già ingegnerizzate ed integrate per risolvere problematiche presenti in alcuni settori particolari industriali. L’aver investito su personale sempre più qualificato e con competenze sempre più alte ci ha portato, a muoverci nel mercato proponendo soluzioni innovative che sono un po’ più difficili da trovare. La professionalità di diversi ingegneri, che si dedicano a tempo pieno all’attività di ricerca e sviluppo, oltre a nuove applicazioni, ci hanno condotto verso la specializzazione in nuovi servizi, ma soprattutto ci hanno permesso di trovare soluzioni di automazione che adesso sul mercato ancora non ci sono. Ambiti di nicchia, all’interno di macrosettori che evidenziano il valore della tecnologia. Un atteggiamento che si sta rivelando positivo e che ci permette di coltivare nuovi contatti, tante proposte, e visite di aziende prestigiose in Italia e in altri paesi».
E poi in ottica di sviluppo, internazionale quali sono le prospettive?
«Abbiamo aperto una filiale in Messico tre anni fa che si è aggiunta alla struttura che abbiamo con la Epf Plastic a sud di Milano che si occupa della distribuzione e del service delle presse ad iniezione plastica full eletric e ricambistica Toshiba Machine, oggi Shibaura, a livello europeo. In Albania invece, con la Epf Energy ci occupiamo di realizzazione di asset con la costruzione di impianti per energia da fonte rinnovabile, in particolare fotovoltaico ed idroelettrico».
Visione internazionale, innovazione, capitale umano al centro: quanto questi valori sono lo specchio del tanto citato “modello Cuneo”?
«Da imprenditore penso che il “modello Cuneo” non sia altro che la sana rappresentazione di valori condivisi: serietà, etica aziendale, rispetto delle altre persone. In EPF è uno stile che appartiene al nostro Dna, mio e di Gianni Bonardo, socio con me da metà degli anni ‘90. Siamo stati compagni al Politecnico di Torino e la nostra amicizia è proseguita lungo un cammino condiviso anche professionalmente. Oggi siamo una squadra che nel tempo si è arricchita di tanti protagonisti a partire da mia moglie che si occupa del settore amministrativo e, da inizio anno, è parte del team anche un nuovo responsabile commerciale automation. Guardiamo al futuro con un obiettivo: attrarre nuove menti che possano fare la differenza sia dal punto di vista tecnico, sia manageriale. Questo ci permetterà di continuare ad essere noi stessi».