Nell’ambito di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, i militari della Guardia di Finanza di Vercelli hanno eseguito un sequestro disposto dal GIP presso il Tribunale di Milano, di beni immobili, partecipazioni, conti correnti, autovetture ed altre liquidità per circa 5 milioni di euro nella disponibilità di tale P.L.T. resosi responsabile di un articolato sistema di frode.
Il trasferimento delle sedi di due società, da Vercelli a Malta, ha dato l’input alle attività di verifiche fiscali svolte dai finanzieri vercellesi, i quali, oltre alla constatazione di violazioni tributarie, hanno effettuato un’approfondita analisi su vorticose operazioni societarie poste in essere dagli amministratori per essersi sottratti al pagamento delle imposte, vendendo simulatamente o compiendo atti fraudolenti per rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva da parte dello Stato.
Attraverso tali operazioni finanziarie, gli indagati – amministratori di fatto e di diritto – in concorso tra loro, hanno svuotato fraudolentemente il patrimonio di tali società, pur mantenendo in vita, fittiziamente, gli originari assets societari. Oltre P.T.L. sono stati pertanto denunciati all’Autorità Giudiziaria altri due soggetti i quali, hanno subaffittato fraudolentemente i rami d’azienda, nel caso di specie due call center (di cui uno ubicato a Torino e l’altro in provincia di Milano) ad un’altra società, sempre facente capo a P.L.T.; effettuato fittizi trasferimenti di partecipazioni societarie nonché false intestazioni di cariche societarie nominando due prestanomi nullatenenti ( di cui uno cittadino USA ) e, per ultimo, trasferito la sede legale delle società da Vercelli a Malta col solo scopo di farne perdere le tracce. Le società oggetto di sequestro preventivo coinvolte sono tutte riconducibili ad un unico soggetto residente in provincia di Como e le indagini patrimoniali condotte dalle Fiamme Gialle vercellesi hanno evidenziato che i beni risultati nella sua effettiva disponibilità erano formalmente schermate da una società fiduciaria di Milano e da un complesso incrocio di partecipazioni societarie create ad hoc per rendere difficile risalire allo stesso.
I beni complessivamente sequestrati riguardano le partecipazioni in società operanti nel settore dei call center (con sedi operative in Torino, Provincia di Milano e Bologna), i saldi dei conti correnti delle società, due automezzi di lusso ed un fabbricato ubicato nella provincia di Taranto.