Comune e presidio Libera di Cuneo partecipano alla Marcia per la Pace Perugia – Assisi

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A 60 anni dalla prima Marcia per la pace Perugia-Assisi organizzata da Aldo Capitini (1961-2021), il Comune di Cuneo e il presidio di Libera di Cuneo organizzano la partecipazione all’edizione 2021, in programma domenica 10 ottobre con percorso di circa 22 chilometri. Da Cuneo partiranno circa cinquanta persone con viaggio organizzato.

“La cura è il nuovo nome della pace” è il tema scelto, declinato nel senso di sviluppare una mentalità e una cultura del “prendersi cura” capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono. Cura delle giovani generazioni, cura della scuola, cura degli altri, cura del pianeta, cura del bene comune e dei beni comuni, cura dei lavori di cura, cura della città, cura dei diritti umani, cura della democrazia. della Repubblica e delle istituzioni democratiche dal quartiere all’Onu… C’è bisogno di una politica e un’ economia della cura. La cultura della cura è la cultura della nonviolenza attiva che si fa argine alla cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, dell’individualismo, dell’egoismo e della competizione selvaggia.

La pace infatti non è solo assenza di guerra. La pace è vita. E la cura della vita è pace, come ha esplicitato anche Ursula von der Leyen ( “I Care deve diventare il motto dell’Europa” 6 maggio 2021)

I prossimi 10 anni saranno decisivi per scongiurare nuove pandemie; per fermare il cambiamento climatico; per mettere fine alle guerre, realizzare il disarmo e impedire una nuova guerra mondiale, per uscire dalla crisi sociale ed economica; per ridurre le ingiustizie e le disuguaglianze; per promuovere l’uguaglianza e la parità tra donne e uomini; per effettuare la transizione ecologica; per democratizzare la rivoluzione digitale; per prevenire e affrontare nuove grandi migrazioni, per realizzare l’Agenda 2030…

Ogni atto di cura, per quanto piccolo, contribuisce alla costruzione della pace.

In un mondo frantumato, dopo un lungo tempo di incuria e di sfruttamento dell’uomo, della donna e del pianeta, stiamo facendo i conti con un aumento spropositato del dolore del mondo che sta togliendo la pace a molta gente. C’è il dolore angosciante di tutte le persone che sono prigioniere del mostro della guerra, della miseria, delle malattie, delle migrazioni, della devastazione ambientale, della disoccupazione, dell’oppressione, delle persecuzioni… E c’è il dolore dell’anima, un dolore profondo che viene da un malessere diffuso: un senso comune di inquietudine, incertezza e smarrimento. Per alleviare tanto dolore e mettere fine a questa situazione insopportabile dobbiamo sviluppare la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta.

Solo una “società della cura” sarà una società di pace.