«Riduciamo ancora il nostro impatto sull’ambiente»

Fresco di premio per la produzione sostenibile dell’Acqua Sant’Aanna, Alberto Bertone è pronto per nuove stimolanti sfide

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Fondatore, presidente e amministra­tore delegato di Acqua Sant’Anna Spa. Al­berto Bertone non è soltanto un imprenditore di successo, ma anche un protagonista del territorio che, partendo da Vinadio e attraverso l’acqua, è riuscito a dare una forte identità alle Valle Stura e alle montagne cuneesi puntando su concetti come tecnologia, innovazione e sostenibilità.
Come racconta direttamente l’azienda sul proprio sito, riassumendo la propria storia: «Erano gli anni ’90 quando Giuseppe Bertone e i figli effettuarono i primi sopralluoghi nelle valli che sovrastano Vinadio. Grandi spazi aperti e altopiani incorniciati dall’imponenza delle Alpi Marittime: un ambiente autentico e incontaminato circondato solo dalla natura. Qui nasceva un’acqua minerale, dotata di qualità intrinseche dovute esclusivamente alla sua origine: l’altitudine delle sorgenti, la purezza dell’aria, la conformazione delle rocce granitiche che filtrano naturalmente l’acqua. Dopo aver effettuato i test e le analisi che confermano nel tempo le proprietà uniche e l’equilibrio minerale speciale di quest’acqua minimamente mineralizzata, la famiglia Bertone si innamorò di una visione quasi impossibile: proteggere e portare con rispetto l’Acqua di Vinadio sulla tavola di tutti gli italiani: bambini, adulti, famiglie e mamme. Nel 1996 è nata l’azienda Fonti di Vinadio e il suo principale marchio Acqua Sant’Anna. Oggi, l’Acqua Sant’Anna, è richiesta e bevuta in tutto il mondo».

Un riassunto efficace degli inizi e dell’evoluzione, ma che lascia soltanto intuire come su questa visione di partenza la famiglia Bertone abbia saputo costruire un’attività imprenditoriale di grande prospettiva.
Un percorso tutt’altro che completato di cui abbiamo parlato con lo stesso fondatore, partendo dalla stretta attualità.

Presidente Bertone, ci spieghi il significato del premio Sustainability Award. Un orgoglio per la Valle Stura, le Alpi cuneesi e il Piemonte.
«Si tratta di un riconoscimento che premia le aziende più sostenibili nella produzione, nel prodotto e dal punto di vista sociale. Sono venuti a visitarci, dopo averci selezionato tra le realtà più sostenibili del settore. Oltre 20 anni fa abbiamo introdotto la “bio bottiglia”, solo vegetale e senza alcuna goccia di petrolio: una volta bevuta, si biodegrada nei siti di compostaggio industriale. Oggi lavoriamo su bottiglie 100% riciclabili. Abbiamo mostrato a chi è venuto a effettuare la valutazione il nostro stabilimento in legno, facendo presente che il nostro primo cliente sono le Ferrovie dello Stato. Usiamo carrelli elettrici, con tecnologie laser e bottiglie quadrate per ridurre lo spazio nei trasporti. Da 25 anni, effettuiamo un’attenta separazione dei materiali, favorendo una cultura che abbiamo fatto crescere all’interno dello stabilimento e che è stata apprezzata. Tante piccole attenzioni che fanno di noi un’azienda sostenibile e che ovviamente continueremo ad avere, per essere meno impattanti possibile».

Autunno 2021: che momento è per il mercato dell’acqua?

«Direi che è un ottimo mo­mento, con un 15% di crescita. Il mercato dell’acqua è molto effervescente e ha vo­glia di riprendersi. Come in molti altri campi, la difficoltà maggiore di questo periodo è relativa alla reperibilità dei materiali. Un problema che si pone, per esempio, per quanto riguarda le plastiche, il pet, il film. Come accade in Inghilterra, poi, anche in Italia non si trovano i trasportatori. Se le persone in cerca di un lavoro prendessero la patente per il camion, avrebbero un’enorme possibilità di trovare impiego. A volte ci sono i camion, ma mancano gli autisti».

Prossimi step aziendali da raggiungere?

«L’idea è quella di prevedere acquisizioni di stabilimenti sia in Italia che all’estero, per continuare a crescere».

Il Covid quanto e come ha cambiato l’approccio con l’acqua e con le montagne cuneesi?
«Nell’approccio all’acqua in bottiglia, il Covid ha cambiato non poco le consuetudini delle persone. Con lo scoppio della pandemia, la gente è molto più in casa e meno fuori, per cui i consumi stanno andando in questa direzione, più legati all’ambiente famigliare. Vale anche per le modalità d’acquisto, con meno stoccaggio e più acquisti di prodotti che servono nella settimana. Per quanto concerne le montagne cuneesi, le persone han­no avuto modo di tornare ad apprezzare le gite fuori porta. Nei fine settimana, van­no per la maggiore le gite brevi in montagna o al mare. Si ap­prezza lo stare fuori, il respirare un’aria diversa. An­che l’andare in montagna in bicicletta, con le bici elettriche».